Anche le stelle un po’ piu’ massicce possono ‘danzare’ proprio come fa il Sole. E’ stata infatti osservata per la prima volta la debole oscillazione di una stella pulsante dotata di una massa doppia rispetto a quella della nostra stella che si trova nella costellazione dello Scudo. Il suo lieve movimento e’ stato registrato dai sensibilissimi strumenti a bordo del satellite della Nasa Kepler, e rivela cio’ che accade all’interno della stella e che fino ad oggi non era stato possibile indagare. La scoperta, pubblicata su Nature, porta anche la firma di due astronomi italiani dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) che lavorano all’Osservatorio Astrofisico di Catania. La stella oggetto dello studio si chiama HD187547, e fa parte di una particolare classe di stelle variabili pulsanti denominate Delta Scuti che hanno una massa doppia rispetto al Sole. Come le altre stelle, anche queste presentano al loro interno uno strato dove moti di tipo convettivo trasportano verso la superficie l’enorme quantita’ di energia prodotta dai processi di fusione nucleare che si svolgono all’interno. In genere, pero’, lo spessore di questo strato diminuisce con l’aumentare della massa della stella.
Le simulazioni teoriche prevedono che nelle stelle Delta Scuti lo strato si estenda solo per circa l’un per cento del loro raggio, ma che possieda un’energia ancora sufficiente per produrre oscillazioni (simili a quelle solari) che finora non erano mai state osservate data la loro estrema debolezza. L’analisi dello spettro della stella ottenuto ad alta risoluzione ha permesso poi agli astronomi di definirne con precisione alcune caratteristiche come la temperatura superficiale, la massa, l’abbondanza di elementi chimici pesanti e la velocità di rotazione. ”Grazie a questa analisi – spiega Antonio Frasca, l’astronomo italiano che firma lo studio insieme a Giovanni Catanzaro – abbiamo messo in luce l’insolita composizione chimica dell’atmosfera di questa stella, piu’ povera di elementi pesanti e piu’ ricca di elementi leggeri rispetto ai valori tipici osservati in questa classe di oggetti. Questo fenomeno e’ probabilmente connesso alla diffusione e ‘sedimentazione’ dei vari elementi chimici che compongono la stella causata dalla sua bassa velocita’ di rotazione”.
Fonte: http://www.meteoweb.eu
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