di Thierry Ribault *
Dopo il tempo delle menzogne industriali, con la Tepco nel ruolo di colpevole ideale, dopo il tempo del finto panico di Stato, con il primo ministro Naoto Kan nel ruolo di fusibile politico, ecco venuto il tempo dell'impostura scientifica con il professoor Shinichi Yamashita nel ruolo di sapiente istrionico, detentore indiscutibile della verità sull'ampiezza dei danni sanitari dopo la catastrofe. Un'impostura scientifica in due tempi.
1) Questo weekend, un simposio scientifico fittizio
Domenica 11 e lunedi 12 settembre, il professor Yamashita deve presiedere il primo grande simposio sulla catastrofe nucleare che sisvolge alla facoltà di medicina di Fukushima, l'International Expert Symposium in Fukushima - Radiation and Health Risks.
Secondo il comitato organizzatore, ecco l'obiettivo di questa conferenza che riunirà trenta esperti giapponesi e stranieri, soprattutto dell'Unscear, dell'Icrp, de l'Iaea e dell'Oms: «Fare delle racomandazioni miranti ad eliminare l'ansietà dei residenti di de Fukushima verso le radiazioni [...].Si tratta di condurre una valutazione esterna della ricerca basata sulla gestione sanitaria della prefettura di Fukushima, e di apportare una risposta alle inquietudini delle mamme». Così, 25 anni dopo Chernobyl, risorge la tesi secondo la quale il timore dell'irradiazione artificiale riguarderebbe la psichiatria: la "radiofobia" sarebbe la vera causa dei problemi.
«Piu sorridete, meno radiazioni vi raggiungeranno»
Il principale organizzatore, Shunichi Yamashita, dell'università di Nagasaki, è consigliere per il rischio sanitario legato alle radiazioni presso la perefettura di Fukushima. Si presenta come proveniente da una famiglia di sopravvissuti di Nagasaki e contribuisce attivamente alla banalizzazione della radioattività. Mediatizzato, il professor Yamashita passa per uno scienziato affidabile e rassicurante tra le persone che dicono di sentirsi meglio quando lo sentono. Non esita a dichiarare: «Più sorridete, meno radiazioni vi raggiungeranno [...]. Se non sorridete, i raggi avranno un effetto su di voi. Questo è stato provato con la sperimentazione animale».
«La situazione, aggravata da un disastro dell'informazione»
Abbiamo trovato negli argomenti del convegno dell'1 agosto (organizzato dalla Nippon Foundation, ndt), i seguenti elementi che lasciano pochi dubbi sull'intenzione degli organizzatori: «La situazione di Fukushima è stata aggravata perchè non si può che chiamarla un disastro dell'informazione: le notizie che circolano variano secondo le fonti, che a volte sono incompetenti. E' essenziale che lavoriamo a mettere in circolazione unicamente delle informazioni corrette e scientifiche sugli effetti sanitari della radiazione». Gli organizzatori del Simposio di Fukushima intendono così «Fornire delle raccomandazioni appropriate provenienti dal mondo degli esperti e comunicare sia un'informazione corretta sui rischi sanitari legati alle radiazioni, che una visione chiara di quel che costituisce una vera sensibilizzazione al rischio».
Possiamo tuttavia attenderci un'informazione scientifica da un simposio in cui il vice-presidente, Abel Julio Gonzales, membro dell'Iaea, vice-presidente dell'Icrp (International commission on radiological protection) e consigliere dell'autorità di regolamentazione nucleare dell'Argentina, dichiarò durante la conferenza dell'Oms del 4 giugno 2011 a Kiev: «Chernobyl ha causato 31 morti, 2.000 cancri prevenibili della tiroide nei bambini e, ad oggi, non esiste alcuna prova validata internazionalmente dell'impatto dell'esposizione alle radiazioni sulla salute pubblica a Chernobyl»?
Paragone vietato con Hiroshima?
Due figure importanti e critiche del mondo scientifico giapponese sono state scartate dal panel di esperti mobilitato per la conferenza: Hiroaki Koide e Tatsuhiko Kodama. Il primo è uno specialista della misurazione dell'irradiazione e della sicurezza nucleare al Research reactor institute dell'università di Kyoto, il secondo professore al Research center for advanced science and technology e direttore del Radioisotope center dell'università di Tokyo.
Se non figurano tra gli esperi invitati, è perchè Hiroaki Koide ha dichiarato recentemente che «Non c'è alcuna soglia di sicurezza per la salute in materia di esposizione alle radiazioni, quale che sia la nostra età», mentre Tatsuhiko Kodama, audito il 27 luglio alla Dieta (il Parlamento giapponese, ndt), ha affermato che «Il livello totale di radioattivita emessa dall'11 marzo è equivalente a 29,6 bombe di Hiroshima in termini di quantità di calore e dell'ordine di 20 volte Hiroshima in termini di volume di uranio»
Con il denaro del «fascista più ricco del mondo»?
Ci si può anche interrogare sull'obiettivo reale di una manifestazione finanziata dalla Nippon Foundation (da non confondere con la Japan Foundation). Questa fondazione, delle quale si potevano vedere i campi di volontari installati a Tohoku dal 12 marzo, è stata creata nel 1962 da Ryoichi Sasakawa, la cui reputazione è sulfurea, accusato di crimini di guerra durante la Seconda Guerra mondiale (ma mai condannato), si autodefinisce, in un'intervista a Time nel 1974, come «Il fascista più ricco del mondo».
Adesso la Fondazione è presieduta da suo figlio, Yohei Sasakawa, cronista del giornale di estrema destra Sankei Shimbun. Nel 2010, la branca francese della Nippon Foundation, la Fondation franco-japonaise Sasakawa, il cui vice-presidente del consiglio di amministrazione è Jean-Bernard Ouvrieu, vecchio governatore per la Francia all'Iaea ed ex ambasciatore in Giappone, ha denunciato per diffamazione Karoline Postel-Vinay, direttrice delle ricerche al Ceri-Sciences-Po.
Si tratta per la Fondazione, ma è stato respinto dalla XVII Chambre du tribunal correctionnel de Paris, del tentativo di intimidire quelli che denunciano la sua strategia di promozione de lavori universitari negazionisti (soprattutto in rapporto ai crimini di guerra, al massacro di Nanchino ed alla questione della schiavitù sessuale durante la guerra in Corea). Dovremmo preoccuparci del passato turbolento del finanziatore del primo simposio sulle conseguenze sanitarie della catastrofe nucleare di Fukushima?
Un simposio inaccessibile al pubblico ed alle vittime
Bisogna inoltre pensare al fatto che la Nippon Foundation ha reso questo simposio totalemente inaccessibile al pubblico e alle vittime? E' vero che la conferenza sarà ritrasmessa su un sito internet. Così, gli esperti sulla scena e il popolo ai monitor, lo spettacole può continuare in tutta tranquillità.
2) In auitunno, un'inchiesta truccata sulla salute pubblica
L'impostura scientifica non si ferma tuttavia qui. A giugno, la prefettura di Fukushima ha annunciato la realizzazione di un'inchiesta sulla salute pubblica presso gli abitanti esposti a forti tassi di radiazioni. Dall'autunno, tutti gli abitanti della prefettura receveranno un questionario che permette di raccogliere i dettagli delle loro attività e dei loro consumi alimentari due settimane dopo l'11 marzo.
Il tasso di radiazione stimato sarà in seguito comparato con i tassi ritrovati. Solo i residenti che hanno un tasso elevato saranno sottoposti agli esami di antropogammametria, esami delle ghiandole tiroidee, delle urine e del sangue. Le informazioni saranno immagazinate per 30 anni in un database creato dall'università di medicina di Fukushima, che si felicita sull'Asahi Shinbun del 18 giugno 2011: «Lo studio andrà ben al di là di tutti quelli che sono stati realizzati sulle vittime di Hiroshima e di Nagasaki nella misura in cui integrerà la valuazione della contaminazione interna».
Due grosse riserve possono tuttavia essere espresse di fronte a questa iniziativa ammantata di buone intenzioni.
Un'inchiesta della quale si annunciano già i risultati
Secondo i responsabili di questa inchiesta, «E' stata concepita in maniera da calmare le inquitudini e di garantire la sicurezza eil sollivo grazie ad un controllo sanitario a lungo termine degli abitanti della prefettura di Fukushima».
Toshiteru Okubo, presidente della Radiation effects research foundation (un gruppo cooperativo di ricerca nippo-americano sul fallout della bombe A, creato nel 1947), pronostica d'altronde già i risultati dello studio (Asahi Shinbun del 18 juin 2011): « L'impatto degli incidenti di Fukushima sulla salute pubblica può essere presumibilmente molto minore [...]. L'esposizione della popolazione a qualche dozzina di millisieverts all'anno non costituisce un livello al quale negli studi anteriori possono essere constatati degli effetti sulla salute [...]. A tali livelli di radiazione, è fortemente probabile che gli effetti legati al consumo di tabacco o allo stress dell'evacuazione siano più importanti di quelli legati alle radiazioni».
Non solo, si lancia un'inchiesta della quale si annunciano già i risultati, ma gli iniziatori parlano di «sicurezza» e di «sollievo» mentre dall'atra parte fanno delle proposte perlomeno allarmanti quanto alle dosi ammissibili nel corpo.
La soglia di rischio più alta del mondo?
Infatti, ci permettiamo di avere dei seri dubbi quanto al carattere veramente scientifico dell'avvio di questa inchiesta, nella misura in cui l'università di medicina di Fukushima ed il professor Yamashita, ugualmente all'origine del progetto, sostengono l'idea secondo la quale «Non c'è assolutamente alcun effetto sulla salute, fintanto che la contaminazion è inferiore a 100 microsieverts all'ora», cioè 876 millisieverts all'anno, vale a dire 876 volte la dose massima annua ammissibile secondo l'Icrp, o ancore 44 volte la dose ammissible per i lavoratori del nucleare negli Stati Uniti e in Germania.
Queste dichiarazioni fatte a marzo, al momento in cui le emissioni di dosi erano più alte nella prefettura di Fukushima, sono state tuttavia rettificate due mesi più tardi: da buon scienziato il professor Yamashita ha allora dichiarato che la soglia di rischio si situa a 100 millisieverts all'anno.
Questo intevento è stato pubblicato l'11 settembre 2011 su Rue89 ed Eco89 con il titolo "Fukushima: voici venu le temps de l'imposture scientifique"
* economista del Centre national de la recherche scientifique (Cnrs)
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