Vicenza. Lo sosteneva sin da piccola: «Diventerò astronoma». E siccome lei,a proposito di stelle, è nata sotto la costellazione del Toro, nell'anno in cui l'Olanda di Cruyff al Mondiale stupiva per il suo "calcio totale", è arrivata dove voleva. Anzi, è diventata "ostetrica" delle stelle. Oggi Giulia Rodighiero, diploma al Quadri e laurea in astronomia nel 1998, guarda il cielo attraverso le lenti di Herschel, il più grande telescopio messo in orbita, con uno specchio di tre metri e mezzo di diametro. Lei è una precaria "doc" dell'ateneo di Padova. Ha sgranato tutti i misteri dolorosi della gavetta universitaria: dottorato, contrattino di post-dottorato all'osservatorio di Trieste, quattro anni di assegno di ricerca, contratto a tempo determinato di tre anni, infine un contratto Co.Co.Co. Attualmente è assegnista: tecnicamente non è neanche ricercatore, che è il gradino più basso dei docenti universitari. Guadagna 1.500 euro al mese, perché le sue ricerche sono sovvenzionate dall'Agenzia spaziale italiana, che fa parte dell'Esa. Non si lamenta dello stipendio, ma non legge un futuro facile nella sfera di cristallo e neanche nelle stelle. Si stringe nelle spalle: «A fine anno dovrebbe essere bandito un concorso per ricercatore. Speriamo. Ma i bravi sono tanti».
Nel frattempo Giulia Rodeghiero ha guidato un team di ricercatori universitari di Padova (Anna Feltre, Ivano Baronchelli e Alberto Franceschini, che è il suo professore al dipartimento di Astronomia) e ha colto un successo internazionale: ha provato che le galassie formano prevalentemente le loro nuove stelle in modo... pacifico. Anche le stelle, cioé, preferiscono una modalità "dolce" per nascere. Come gli umani. Grazie al telescopio Herschel, trasformato in macchina del tempo, ha indagato com'era l'universo tra i 2.5 e i 4.5 miliardi di anni fa. Cioé è andata all'indietro di oltre dieci miliardi di anni. Il risultato è stato sorprendente. Ha accertato che i "mostri cosmici", ossia le terrificanti fusioni - esplosioni di galassie che producono nuove culle galattiche, sono appariscenti ma non determinanti nei grandi numeri. Il team padovano ha verificato che rappresentano soltanto il 10% delle nascite di stelle. Il 90% avviene in modo più soft, con il condensarsi di materia gassosa nelle galassie a spirale, come la nostra Via Lattea.
Fin qui l'aspetto scientifico, che nel settore rappresenta una novità mondiale, garantita dalla rivista "The Astrophysical Journal Letters". Ma come è riuscita a centrare l'obiettivo, visto che è anche mamma di Linda, due anni e mezzo? Organizzazione e sacrificio: «La rivoluzione per noi è stata Skype. Riuscire a parlare e a guardare in faccia i colleghi di tutto il mondo è un'altra cosa. Certo, tutto è diventato più difficile da quando c'è la bambina, alla sera sono proprio stanca. Ma il suo arrivo l'ho schedulato in modo che fosse già nata quando è stato lanciato il satellite con il telescopio, nel maggio 2009. Così potevo dedicarmi di più al lavoro».
Sposata con Enrico Scattolin, titolare di uno studio di progettazione di impianti elettrici, motociclista convinto, Giulia Rodighiero ha girato meno dei suoi colleghi («alla famiglia ho sempre dato molto spazio») ma agli osservatori delle Canarie, in quelli di Monaco di Baviera o dell'università del Caltech si sente come a casa sua, a Grumolo. Non segue l'oroscopo - per forza, è una scienziata - ma i film di fantascienza sì. «Meglio Guerre Stellari di Star Trek», conclude.
Fonte: http://www.ilgiornaledivicenza.it
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