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Sunday, September 18, 2011

Il fenomeno UFO e' reale: contatti tra esseri umani e alieni da oltre 60 anni, esplode il caso Apollo 20

La missione Apollo 20 una bufala? E chi l'ha detto! Le dichiarazioni di un'astronauta americano confermano la teoria sostenuta da molti ufologi, secondo cui i contatti con visitatori da altri pianeti sarebbero stati tenuti nascosti dai governi per circa 60 anni.

Sono trascorsi circa quarantanni dall'ultima missione del programma Apollo durante i quali l'interesse per l'esplorazione lunare sembrava completamente scomparsa. E invece, il 10 settembre scorso, ecco un nuovo lancio partire da Cape Canaveral alla volta del nostro satellite. Due sonde gemelle, GRAIL A e GRAIL B (Gravity Recovery and Interior Laboratory), destinate a orbitare per nove mesi intorno alla luna, con lo scopo di carpirne tutti i segreti e raccogliere nuovi dati sulla sua struttura interna.

Viene da chiedersi a questo punto cosa possa aver riacceso l'interesse per questo corpo celeste da sempre descritto come un luogo desolato, completamente privo di atmosfera e con circa 30 mila crateri nella sola faccia visibile dalla Terra, frutto dei bombardamenti di asteroidi e comete. Forse la probabile presenza d'acqua, visto che quantità significative di questo prezioso composto chimico sembrerebbero trovarsi sul satellite sotto forma di ghiaccio come dimostrerebbero le analisi preliminari dei dati raccolti durante la missione di LCROSS? O magari siamo di fronte a un complotto globale dietro cui si celano chissà quali oscuri interessi delle grandi potenze?

Una cosa che non può certo passare inosservata, neppure al più distratto degli uomini, è proprio questa nuova corsa alla conquista della Luna da parte non solo della Nasa, ma anche delle agenzie spaziali di: Giappone (missione spaziale SELENE - Selenological and Engineering Explorer, del 14 settembre 2007), Cina (esplorazione lunare Chang'e del 24 ottobre 2007) e India (missione Chandrayaan-1 del 22 ottobre 2008). Tra l'altro la NASA, l'ESA, la Russian Federal Space Agency - Roscosmos, la CNSA (China National Space Administration) e la JAXA (Japan, Aerospace Exploration Agency) hanno già programmato varie missioni di esplorazione umana della Luna nonché la realizzazione di una base permanente sul satellite tra il 2018 e il 2025! Insomma, che la conquista dello spazio fosse un'avventura meravigliosa e affascinante lo sapevamo, ma qui c'è qualcosa di veramente molto strano. Perché, infatti, tentare da soli un viaggio già tanto complesso quando sarebbe più proficuo e intelligente unire le forze e creare sinergie? Affascinati da questi interrogativi e dalle richieste di milioni di persone che continuano ancora a chiedersi quale sia la verità, noi di 2duerighe abbiamo rispolverato il caso della missione Apollo 20. Una storia sconvolgente che scosse l'opinione pubblica mondiale, attraverso sensazionali video diffusi via web che ritraggono un umanoide in stato di apparente ibernazione e un'astronave extraterrestre abbandonata su suolo lunare (forse precipitata).

La spedizione, rigorosamente top secret, sarebbe stata svolta in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Russa, per studiare i resti di una presunta civiltà aliena che in passato avrebbe popolato il nostro satellite e prelevare dei campioni, tra cui proprio il corpo dell'alieno. Tutto ha inizio nell'aprile del 2007 quando un certo William Rutledge (nickname RetiredAFB), posta su Youtube una serie di video relativi alla ipotetica missione. L'uomo si presenta come ingegnere elettronico specialista in sistemi tecnologici avanzati delle Forze Aeree degli Stati Uniti d'America (USAF - United States Air Force), in pensione. Sostiene di aver avuto un'esperienza in campo civile come pilota di prototipi e di aver partecipato alla spedizione Apollo 20 assieme alla dottoressa Leona Marietta Snyder, una presunta scienziata-antropologa della Bell Lab e al cosmonauta sovietico Aleksej Archipovič Leonov. Il lancio sarebbe avvenuto in gran segreto nel 1976, presso la Vandenberg Air Force Base, nella contea di Santa Barbara, in California, a bordo di un vettore Saturn V, diretto verso la faccia lontana della luna, dove l'Apollo 15 aveva rinvenuto un'imponente navicella spaziale. La spedizione sarebbe stata preceduta dalla missione Apollo 19, pianificata per lo stesso compito e finita drasticamente con la morte di tutto l'equipaggio in seguito alla collisione con un oggetto non identificato.

Della faccenda si occuparono anche la trasmissione televisiva “Mistero”, di Italia 1, il Corriere della Sera e infine il Centro Ufologico Nazionale (CUN). Quest'ultimo, dopo varie indagini, emise un comunicato stampa attraverso il quale considerava chiuso ufficialmente il caso Apollo 20, definendolo «del tutto falso e basato su filmati artefatti e manipolati» realizzati dallo scultore e fotografo parigino Thierry Speth. Pur conoscendo l'affidabilità, la serietà, la professionalità, l'esperienza e la profonda conoscenza del CUN su queste particolari tematiche, abbiamo condotto una nostra ricerca e osservate con attenzione cosa è venuto fuori! Consultando il sito ufficiale Nasa, all'indirizzo http://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/lunar/apollo_18_20.html, si evince che le missioni Apollo 19 e 20 sono realmente esistite sulla carta, inserite nel programma iniziale dell'agenzia spaziale statunitense, ma poi annullate per vincoli di bilancio. La pagina web riporta, tra l'altro, anche i nominativi degli astronauti che avrebbero dovuto far parte dell'equipaggio, ma in nessun punto della lista c'è traccia dei tre misteriosi viaggiatori “spaziali”. C'è però una nota che attira la nostra attenzione poiché spiega minuziosamente come per ogni volo venga individuato un “equipaggio di massima”, assegnato cioè attenendosi a un particolare ragionamento della stessa agenzia spaziale, ma non definitivo. Non possiamo pertanto escludere che il trio abbia veramente preso parte alla missione.

A questo punto abbiamo fatto una ricerca molto meticolosa, per avere qualche informazione in più su queste persone circa la loro reale esistenza. Di William Rutledge e Leona Snyder nessuna traccia, ma quando abbiamo digitato Aleksej Archipovič Leonov, ecco quale è stata la risposta di Google: cosmonauta sovietico nato a Listvjanka (ex URSS) il 30 maggio 1934, primo essere umano a lasciare la sua capsula spaziale per rimanere sospeso liberamente nello spazio (prima attività extraveicolare della storia).
Leonov partecipò alla prima missione spaziale frutto della collaborazione delle due superpotenze Unione Sovietica e Stati Uniti d'America: il famoso programma test Apollo-Sojuz. La preparazione di questo primo progetto internazionale nella storia dell'esplorazione spaziale durò per più anni e comprendeva diversi viaggi di Leonov negli Stati Uniti con prolungate permanenze alla NASA. Il 15 luglio 1975 avvenne il lancio della Sojuz 19, con a bordo Leonov e l'ingegnere di volo Kubasov. Due giorni più tardi la capsula spaziale si agganciò alla capsula dell'Apollo, equipaggiata dagli astronauti americani Tom Stafford, Vance Brand e Deke Slayton.
La difficoltà di trovare notizie affidabili sugli altri due componenti dell'equipaggio, non prova che questi non siano realmente esistiti, ma rinforza l'ipotesi che detto personale abbia potuto far parte dei servizi segreti, la CIA per intenderci meglio. Infatti, per aver preso parte alla missione spaziale Apollo 20, la Snyder, che ricordiamo viene citata da Rutledge come antropologa, doveva senz'altro essere una scienziata fuori dal comune, di grande preparazione teorica e tecnica. Eppure non esistono pubblicazioni a suo nome, ne risulta compartecipe alla stesura di libri redatti da altri individui, una cosa inusuale per chi studia da tanto tempo discipline di questo genere. Rimane anche difficile pensare che si tratti di uno scherzo perché se un buontempone organizza una bufala, la prepara a regola d'arte! Perché inserire il nome di un cosmonauta che ha fatto la storia del volo spaziale sovietico ed affiancarlo a quello di due sconosciuti? Secondo noi non avrebbe alcun senso.

William Rutledge racconta inoltre che il lancio della navetta spaziale avrebbe avuto luogo, in gran segreto, nella Vandenberg Air Force Base, tramite un razzo lunare multistadio a combustibile liquido della serie Saturn. Considerando che tutti i lanci delle missioni Apollo ufficiali avvennero presso il John F. Kennedy Space Center (KSC), la struttura per il lancio di veicoli spaziali della Nasa ubicata a Cape Canaveral, sull'isola Merritt, in Florida, anche in questo caso verrebbe da pensare a una frottola. E' invece, ampliando le ricerche sulla base di Vandenberg, abbiamo scoperto che in passato era una base aerea propriamente detta, ma successivamente è divenuta un poligono per il lancio di satelliti da equilibrare in orbita polare e missili da testare attraverso l'atollo Kwajalein, nell'Oceano Pacifico. Le sue installazioni riguardano tanto le necessità per esperienze missilistiche di tipo balistico, quanto le esigenze di lancio di satelliti. La base essendo militare è inoltre riservata a tutti quei lanci ritenuti coperti da segreto, sia a carattere applicativo che di ricerca. Siamo andati così alla ricerca di qualche missione spaziale su Saturn V partita da questo centro, dando a priori per scontato che non avremmo trovato nulla di interessante, considerata la classificazione, Top Secret, della spedizione.

Proprio quando stavamo per gettare la spugna e abbandonare definitivamente la nostra acquisizione di informazioni, abbiamo rinvenuto qualcosa di molto interessante sul Nasa space flight forum, di cui vi riportiamo i contenuti tradotti in italiano: «Un mio collega si vanta continuamente di essere l'unico oggi ancora in vita, ad aver assistito a un lancio di un Saturn V. Questa persona però, sostiene di aver visto la partenza del razzo da Vandenberg, in California, negli anni 60. Gli ho risposto che ciò non è possibile in quanto il Saturn V è stato lanciato solo da Cape Canaveral, l'unico “spazioporto” in grado di ospitare un vettore così grande. Qualcuno può dirmi se ci sono stati lanci di Saturn V in California (http://forum.nasaspaceflight.com/index.php?topic=17836.0 ) »? Questo post pubblicato il 15 luglio 2009 dal nick “guitar22” è della massima importanza, visto che parliamo di un portale frequentato principalmente da operatori del settore aerospaziale. Abbiamo finalmente una prova che dalla base aerea californiana qualcuno ha visto realmente alzarsi in volo un Saturn V. Fantascienza? Informazione deviata? Direi proprio di no. Approfondendo attentamente l'argomento relativo a questa famiglia di razzi, si scopre infatti che lo sviluppo degli stessi è avvenuto sotto la direzione di Wernher von Braun, lo scienziato e ingegnere tedesco naturalizzato statunitense, ex ufficiale delle SS, ideatore per Hitler del V2, il precursore dei missili balistici, utilizzato dalla Germania durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale contro Gran Bretagna e Belgio.

Quando a capo di un progetto spaziale troviamo uno studioso del Reich del calibro di von Braun, tutto è possibile! Come possiamo dimenticare le affermazioni dello scienziato tedesco Rudolph Schriever primo a sostenere di aver sviluppato dischi volanti durante il periodo nazista? Oppure le dichiarazioni dell'ingegnere aeronautico americano Roy Fedden, che notò come i soli velivoli in grado di avvicinarsi alle capacità attribuite ai dischi volanti fossero quelli progettati dai tedeschi sul finire della guerra. Fedden aggiunse inoltre che i nazisti stavano lavorando a svariati progetti aeronautici piuttosto inusuali: «Ho visto abbastanza dei loro progetti e piani di produzione da comprendere che se fossero riusciti a prolungare la guerra solo per alcuni mesi, avremmo dovuto reggere il confronto con una serie di sviluppi nel combattimento aereo del tutto nuovi e mortali». Ma le parole più sconcertanti, furono senza dubbio quelle che del capitano Edward J. Ruppelt, dell'aeronautica militare statunitense, nel 1956: «Alla fine della seconda guerra mondiale, i tedeschi stavano sviluppando molti tipi innovativi di aerei e missili balistici. La maggior parte dei progetti si trovavano per lo più allo stadio preliminare, ma si trattava degli unici velivoli conosciuti che avrebbero potuto anche solo avvicinarsi alle prestazioni degli oggetti di cui riferiscono gli osservatori degli UFO». Proprio in quegli anni Ruppelt era a capo del Progetto Blue Book, l'ultimo di una serie di studi condotti dalla USAF, tra il 1947 e il 1969, per determinare se gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati (UFO) costituissero una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti. Siete ancora convinti che siano tutte coincidenze? La nostra opinione è che molti di questi studi proseguirono anche nel dopoguerra attraverso una collaborazione segreta tra americani e nazisti. Questi ultimi, in particolare, avrebbero goduto di adeguata protezione da parte del governo degli Stati Uniti, con nuove identità e/o connotati, in cambio del know how tedesco. La missione Apollo 20, avrebbe potuto dare una svolta decisiva non solo alle ricerche in campo aerospaziale, ma anche a quelle della genetica, settore in cui i nazisti eccellevano con i loro esperimenti, per il “potenziamento” della razza ariana, su cavie umane.

Spostiamoci adesso sul materiale fotografico di questa vicenda che sarebbe stato diffuso da un certo Ken Johnston, ex responsabile dei dati e della documentazione fotografica generata nel corso delle missioni lunari. L'uomo sarebbe stato licenziato dalla Nasa perché citato nel libro di Mike Bara Dark Mission - La storia segreta della NASA (co-autore con il venerabile Richard C. Hoagland), bestseller del New York Times, pubblicato negli USA nell'ottobre del 2007, nel quale vengono citate alcune scoperte sensazionali che la Nasa avrebbe nascosto all'opinione pubblica. L'agenzia spaziale statunitense ordinò a Johnston di distruggere tutte le fotografie che ritraevano immagini di antiche rovine e civiltà sconosciute presenti sul pianeta Marte e sulla Luna. Ma egli non lo fece e dopo circa mezzo secolo decise di condividere il tutto con i media: «Non ho più nulla da perdere con la Nasa, ormai sono fuori», avrebbe dichiarato durante un'intervista. Anche in questo caso siamo andati alla ricerca di alcune prove e, per l'occasione, abbiamo confrontato le foto originali (attingendo dal Lunary and Planetary Institute) con quelle diffuse via web, considerate artefatte. Ci riferiamo alle immagini: AS15-P-9625 e AS15-P-9630 che conterrebbero la figura di un'astronave aliena “arenata” sul suolo lunare, vista da due angolazioni differenti.

A parità di risoluzione, ci siamo resi conto che le foto “incriminate” evidenziavano, con una nitidezza incredibile, i particolari di una vera e propria navicella spaziale, mentre sulle diapositive originali si distingueva al massimo un oggetto non identificato di forma sigariforme. Confermiamo pertanto un intervento di manipolazione al computer, probabilmente per rendere ancora più suggestionante l'immagine dell'UFO e scuotere una volta per tutte l'opinione pubblica mondiale. Stesso identico fine avrebbe avuto il filmato E.B.E. Mona Lisa (l'umanoide di cui abbiamo parlato all'inizio), sulla cui autenticità non nutriamo dei grandissimi dubbi. Difatti, pur non escludendo un'eventuale manipolazione della registrazione, viene da chiedersi chi sarebbe disposto a investire buona parte dei propri risparmi per un semplice divertimento. Conosciamo tutti i costi esosi e proibitivi delle rappresentazioni cinematografiche, soprattutto di fantascienza, ed è difficile credere che esista qualcuno sia così stupido da sperperare del denaro per una burla come questa.

Bene, siamo arrivati alla fine del nostro racconto ma, prima di chiudere, abbiamo deciso di riportarvi integralmente le dichiarazioni dell'astronauta statunitense Edgar Dean Mitchell, sesto uomo a porre piede sulla Luna durante la missione spaziale Apollo 14. Il 23 luglo 2008, durante un programma radiofonico condotto da Nick Margerrison, Mitchell ha dichiarato di essere venuto a conoscenza, da ambienti militari e governativi, del fatto che il fenomeno UFO è reale, che ci sono stati contatti tra esseri umani ed extraterrestri, e che ci sono ancora relazioni in corso, senza tuttavia conoscerne i motivi. Ha quindi confermato la teoria, sostenuta da molti ufologi, secondo cui i contatti con visitatori da altri pianeti sarebbero stati tenuti nascosti dai governi per circa 60 anni: «Ho avuto il privilegio di sapere... di avere la certezza che siamo stati visitati». A voi, nostri affezionati lettori, le considerazioni sul caso.

di Roberto Mattei


Fonte: http://www.2duerighe.com

APOLLO 19 E 20: LUCI ED OMBRE
DI UN'OPERAZIONE DI INTELLIGENCE





DALL'INGANNO DEL VIDEO DELLA PRESUNTA EBE NEL LEM AD UNO DEI DUE PROBABILI VEICOLI TRIANGOLARI DI CUI PARLAVANO I COMANDANTI DELL'APOLLO 20 E 19, INDIVIDUATO CHIARAMENTE IN FOTO UFFICIALI DELLA SONDA CLEMENTINE
di Luca Scantamburlo



È tempo di primi bilanci sul controverso caso dell'Apollo 19 e 20, considerato il piccolo contributo di divulgazione da me portato al vasto pubblico italiano, grazie alla recente video-intervista a firma dell'inviata di Studio Aperto - la giornalista Sabrina Pieragostini - che dapprima si è interessata autonomamente alla mia inchiesta in lingua inglese, e poi ha ben sintetizzato in pochi minuti una storia molto complessa dove verità e menzogna sembrano inestricabilmente legate (cfr. la puntata speciale di Mistero condotta da Enrico Ruggeri in collaborazione con Studio Aperto, ed intitolata "Gli alieni fra noi: i dossier segreti", andata in onda domenica 25 ottobre 2009 sulle frequenze di Italia Uno).
La dr.ssa Sabrina Pieragostini - nella mia opinione una brava e corretta conduttrice - ha cercato di mettere in luce inganni, manipolazioni e la poca affidabilità delle informazioni e di una parte della variegata documentazione audio-video, ma anche il contesto storico e gli indizi emersi che indicano una possibile fuga d'informazioni da parte di probabili insiders della NASA (e dell'USAF, aggiungo io, particolare non evidenziato nel servizio televisivo), una fuga d'informazioni che sembra nondimeno inquinata e distorta.
Il controverso caso dell'Apollo 19-20 è cominciato nell'aprile 2007 nella comunità di files sharing di YouTube (l'utente "retiredafb" è stata la prima gola profonda, poi dichiaratasi William Rutledgfe, ex pilota di test di volo a suo dire) e continuato su revver.com, per poi avere ulteriori sviluppi sempre su YouTube, dove un altro utente - dall'enigmatico nickname di "moonwalker1966delta" - ha contribuito a tenere desta l'attenzione, fornendo materiale audio-video apparentemente autentico ed inedito. Le mie due interviste scritte in lingua inglese - rivolte alle due gole profonde - hanno cercato di contestualizzare il materiale e di dare una qualche chiave di lettura.
Di quale materiale si tratta? Di precedenti missioni spaziali già note e spacciate per riservate, oppure effettivamente di missioni coperte dal massimo segreto? Le informazioni fornite da "moonwalker1966delta" - nel corso dell'intervista scriita che egli mi ha concesso, ignorando però alcune mie domande - hanno posto l'accento su questioni molto tecniche e storiche dell'astronautica, che sembrano prerogative di un addetto ai lavori, ed ha illuminato alcune ambiguità proprie della storia raccontata da William Rutledge, il quale aveva comunque già dato prova di un'approfondita conoscenza dei programmi di volo spaziale Apollo, e della terminologia tecnica propria della NASA durante il secolo scorso. Ma non solo: almeno due delle tre previsioni fatte da William Rutledge nell'anno 2007, si sono avverate, che piaccia o no. Lo vedremo meglio in seguito.
Inoltre, la testimoniana diffusa sul sito americano AboveTopSecret (ATS) da parte di un anonimo - inserita in Rete come semplice testo il 14 agosto 2008 - sembrerebbe indicare che in effetti una missione spaziale coperta sulla Luna (frutto di una collaborazione internazionale, guidata in primis dal Presidente statunitense Nixon), potrebbe effettivamente essersi svolta per indagare un'anomalia lunare rivelatasi un'antica astronave spaziale extraterrestre, abbandonata sulla faccia nascosta del nostro satellite naturale.
Tuttavia l'utente anonimo di ATS - a suo dire il figlio di un ex dipendente del National Recoinnaissance Office (l'NRO, a servizio dell'USAF) del Dipartimento della Difesa americano, il quale gli riferì la storia in punto di morte - non ha mai accennato al nome della missione come Apollo 20, né a creature aliene trovate e riportate sulla Terra.
Poiché la testimonianza resta anonima, bisogna considerarla cum grano salis ma non certo ignorarla nel complesso puzzle del caso, visto il suo contenuto, la forma, e l'ampio contesto in cui è inserita.


L'INGANNO DEL VIDEO DELLA PRESUNTA EBE RIPRESA NEL LEM: UN'ELABORAZIONE AL COMPUTER

Fra le molte cortesi lettere da me ricevute a seguito della suddetta trasmissione televisiva - da parte anche di ingegneri e medici, che ringrazio per le loro acute osservazioni - vi è stata quella di Giuseppe Crugliano, il quale il 26 ottobre 2009 giustamente mi ha fatto osservare una notevole incongruenza presente in uno dei due video della presunta creatura EBE battezzata Monna Lisa:

<< [...] l’uomo ripreso è parte di un layer di un video di postproduzione (magari in After Effect) poiché “tagliato” nella parte inferiore in quei fotogrammi (e non si tratta di artefatti dovuti alla compressione MPEG)>>

In proposito si veda il frame del video, che ho inserito a lato del testo, fra le figure. Di questo importante particolare, naturalmente, non mi ero accorto prima. Pertanto il Signor Giuseppe Crugliano, che mi ha autorizzato a divulgare il suo nome, giustamente ha il diritto di considerare falsa e ridicola questa storia, ed infatti proprio in questa direzione andava la sua lettera.
Nondimeno questo non risolve tanti interrogativi ancora aperti (a cominciare dalla presenza dell'anomalia sul suolo lunare, apparentemente artificiale, anche se non si può dire con certezza, per ora). Inoltre, come vedremo, le anomalie sul suolo lunare sono più di una e relativamente vicine, come già da me indicato in un mio scritto in lingua inglese (consultare in proposito le risposte nr. 10 ed 11 dell'intervista scritta rilasciatami nell'anno 2008 dal dichiarato Comandante dell'Apollo 19, dal nome utente di "moonwalker1966delta): An Interview With Apollo 19 Commander.

Già nell'anno 2007 - discutendo ad esempio il falso video della cosiddtta "City" sulla Luna - io avevo commentato la presenza di contaminazione, di inganni e manipolazione del materiale audio-video, autentico ma risalente alla missione Apollo 17 per la parte d'immagini, ed all'Apollo 15 per quella audio (con la voce dell'astronauta David Scott udibile chiaramente). Ed avevo anche sottolineato che - a fronte di tutto ciò - c'era fra il vasto materiale diffuso su YouTube qualcosa di apparentemente inedito che non solo non era stato smontato, ma sembrava proprio proverenire da archivi storici, forse mai prima d'ora consultati e divulgati pubblicamente. Ciò viene continuamente ignorato dai detrattori del caso, ai quali sembra fare comodo prendere in considerazione soltanto parte del materiale diffuso, senza riflettere sulla documentazione in toto.



4 GENNAIO 2008: I VIDEO DELLA MISSIONE STS-107 DIFFUSI SU YOUTUBE.
COME "RETIREDAFB" NE È ENTRATO IN POSSESSO?

Inoltre, alcuni video caricati su YouTube il 4 gennaio 2008 dal discusso "retiredafb" (Willliam Rutledge) - e poi ritirati - erano quasi senza ombra di dubbio video autentici e provenienti dalla missione STS-107 della NASA (l'equipaggio internazionale composto da 7 astronauti morì tragicamente durante il ritorno a terra, nell'anno 2003, a causa di un problema al rivestimento termico dello Shuttle Columbia, danneggiato alla partenza, e che portò giorni dopo alla completa distruzione del veicolo spaziale). Ho confrontato i volti visibili nei due video con le foto ufficiali. Coincidono con l'equipaggio citato.
Che io sappia l'unico video commemorativo realizzato dalla NASA e diffuso al pubblico in Rete presso uno dei numerosi suoi siti, dura pochi minuti e solo pochi secondi di esso sono dedicati alla memoria dell'attività quotidiana in orbita di quell'equipaggio. Esso s'intitola "16 Minutes from Home. A Tribute to the Crew of STS-107", dura 6 minuti e 51 secondi, e l'ho verificato personalmente. Ripeto, solo pochi secondi di esso mostrano gli astronauti in orbita, durante la missione STS-107.
Invece i due filmati diffusi da "retiredafb" - costituiti da un montaggio di varie riprese degli astronauti in orbita, all'interno dello Shuttle - duravano 6 minuti e 40 secondi il primo, e 9 minuti e 16 secondi il secondo. Ritraevano gli astronauti durante il volo orbitale, per esempio dopo le sveglie di rito, in assenza di gravità.
Ciò prova che chiunque sia questo fantomatico utente di YouTube fattosi chiamare con l'appellativo di "retiredafb", ha avuto accesso a materiale riservato: o gli è stato passato da addetti ai lavori tuttora in servizio, oppure per via della sua pregressa esperienza in campo militare ed astronautico, ne è venuto in possesso direttamente in visita presso una struttura NASA o del DoD.
Vi è - naturalmente - anche l'ipotesi che egli l'abbia intercettato durante l'invio dei dati dallo Spazio. Oppure abbia indebitamente sottratto i filmati con un atto di pirateria informatica: ma se vera fosse quest'ultima ipotesi dell'intrusione, egli rischierebbe di andare incontro alle serie conseguenze stabilite dall'ordinamento internazionale e soprattutto dalla Legge americana in materia d'intrusione da hacker all'interno di strutture informatiche governative (il caso del britannico Gary McKinnon, con richiesta di estradizione alle Autorità, docet), senza considerare il fatto che a distanza di due anni, dal 2007, probabilmente l'individuo sarebbe già stato arrestato oppure almeno identificato).
W. Rutledge - cioè "retiredafb" - diffuse i video intitolati "NASA SECRET TAPES - STS107 - part 1 Apollo 20" e "NASA SECRET TAPES - STS107 - part 2 Apollo 20", per pochi giorni commentando uno di essi con le seguenti parole:

<>

In sostanza il suo fu un gesto di tributo, alla memoria degli astronauti tragicamente morti. Ma anche, evidentemente, un segnale forte al pubblico per dimostrare che non tutto il materiale documentale audio-video proveniente dalle missioni spaziali viene divulgato e discusso. Da notare, di nuovo, alcuni suoi refusi linguistici ("avaiable" invece di "available").
Tuttavia, l'entrata in scena di "moonwalker1966delta", i suoi commenti, le risposte molto tecniche alle mie domande ed i suoi straordinari filmati, hanno dato sostegno alla controversa ed ambigua testimonianza di "retiredafb", integrandola e correggendola.
Come non rilevare, inoltre, che fra i suoi video postati su YouTube non ce n'è nemmeno uno di quelli identiificati come inganni o manipolazioni fra il materiale del primo insider? Non si può tacere questa riflessione, se si è mossi dall'onestà intellettuale e si vuole fare una critica approfondita al caso. Critica che deve essere estesa all'intera testimonianza resa dai due insiders, ed all'insieme totale delle presunte prove portate sotto la luce del sole.
Ricordarsi anche che - nel panorama ufologico dei cosiddetti rivelatori anonimi - è prassi divulgare materiale autentico e falso, contemporaneamente, in una ben collaudata "strategia della confusione" già ampiamente discussa da ufologi e saggisti di spicco. In tal modo, si evitano collassi dell'ordine costituito e traumi alla società, che viene messa a confronto con rivelazioni e realtà sconcertanti senza pericolo di crisi delle Autorità ed anomia.



L'INCIDENTE DELL'APOLLO 19: L'EVIDENZA DEL VIDEO E DEL PRESUNTO DIALOGO RADIO

Come non rilevare l'attenzione alla sintassi ed alla lingua inglese, che invece nel caso di William Rutledge spesso tradiva scivoloni ed imprecisione? Altrettanto importante il dialogo radio dell'incidente all'Apollo 19, materiale audio-video diffuso il 9 novembre 2008, sempre su YouTube, con il titolo: Apollo 19 incident, della durata di 1 minuto e 21 secondi, e con il seguente commento (proprio di un addetto ai lavori):

<>

Dell'incidente all'Apollo 19, fu proprio William Rutledge a parlare per primo, sin dalla primavera dell'anno 2007 (vedi la mia intervista, tradotta in italiano e pubblicato sulle pagine di UFO Notiziario, nr. 70, agosto-settembre 2007, risposta alla domanda nr. 13, pag. 50).
Grazie al recente contributo di un mio lettore d'oltreoceano che vuole restare anonimo - Mr. W. - vediamo insieme la trascrizione del presunto dialogo radio in cui ho identificato - nella mia opinione - almeno due voci su tre dal distinto accento nordamericano, non certo britannico (di una delle tre poco si può dire):

Controllo Missione o astronauta (prima voce): "Flight Go to CMF 2 SPS check SL 2 show high temp. reading [...] shows negative SPS power check indicators."

Controllo Missione o astronauta (prima voce): "Okay [...] confirm that cell shut down commence emergency power down procedure."

Controllo Missione o astronauta (prima voce): "Here's the check CSM 2 SPS data In the inverter we might have an explosive fuel cell problem. Stand by to shut down all fuel cells!"

[sound of explosion]

Controllo Missione o astronauta (prima voce): "Telemetry shows unusal battery one and two drain and low fuel [...] Stand by!"

Astronauta? (seconda voce): "Abort!"

Controllo MIssione (terza voce): "This is Apollo Center Launch Control, we have an emergency situation. Mission's aborted."

Controllo Missione o astronautat (prima voce): "Mission aborted. Stand by for data".



Trascrizione del dialogo realizzata da Mr. W.
Per sua gentile concessione ed a cura di L. Scantamburlo, 2009.

W. RUTLEDGE PRIMA E "MOONWALKER1966DELTA" HANNO PARLATO DI VEICOLI SPAZIALI TRIANGOLARI SULLA LUNA: UNA GIORNALISTA MEDIASET DI STUDIO APERTO INDICA UN OGGETTO TRIANGOLARE IN FOTO DELLA SONDA CLEMENTINE (NRL/LLNL)


Veniamo ora al presunto veicolo triangolare - uno dei due che sarebbero presenti nei pressi dell'astronave madre a forma di sigaro - e che sarebbe stato oggetto di esplorazione da parte dell'equipaggio del LEM dell'Apollo 20 (Leonov e Rutledge). Nella mia intervista, il Comandante dell'Apollo 19 mi ha fornito latitudine e longitudine lunare, invitandomi a consultare il luogo anche con il programma NASA World Wind, installabile gratuitamente su sistema operativo Windows. Ebbene, facendolo si può notare un riflesso verdastro - proprio di un qualcosa sulla superficie - in corrispondenza di tali coordinate. Dalla risposta nr. 11 della mia intervista, leggiamo cosa dice il Comandante dell'Apollo 19:

<< [...] As I previously answered in our private message the 2 objects are clearly visible in AS15-P-9625 and AS15-P-9630 in the upper side of the pic and just right of the mothership at coordinates 18.7S - 116.92E and 18.31S - 117.48E. You can notice they are absolutly identical in their triangular shape. If you use a software like NASA World Wind it could be easy to locate them and notice the green metallic brilliance of the first object.>>
L'insider parla di una lucentezza metallica e verde. Ora, un semplice riflesso verdastro sulla superficie lunare è un po' troppo poco per avere una forte evidenza della presenza di un'anomalia sul suolo lunare dalle spiccate simmetrie: tuttavia, in effetti, consultando le due foto scattate dall'equipaggio dell'Apollo 15 e sopra citate - ed altre foto che mostrano la stessa porzione lunare sotto diverse condizioni di luce - si evince che in effetti sembrebbe essere presente una sagoma triangolare, seppure appena distinguibile.
Ora, cambiando luminosità e contrasto del dettaglio di una di tali foto, si ottiene quello che ho riportato a fianco (vedi figura): il triangolo è più evidente, seppure visto appena in filigrana. Da solo questo piccolo indizio non è - naturalmente - sufficiente.
Nondimento giorni fa Sabrina Pieragostini - la giornalista di Mediaset che mi ha intervistato per lo speciale a cura di Studio Aperto e del programma Mistero condotto da E. Ruggeri - si è accorta che all'interno di uno dei trailer del recente documentario Moon Rising di Jose Escamilla vi è documentata un'anomalia: la presenza sul suolo selenico di un oggetto di forma triangolare, decisamente splendente sotto le condizioni di luce in cui è stata fotografata quella porzione lunare.
MI ha fatto partecipe di questo per via epistolare, dandomi il permesso per citarla: ho controllato personalmente, ed effettivamente in uno dei trailer diffusi dal documentarista Escamilla su YouTube, lo stesso regista americano evidenzia un oggetto triangolare. Si veda il seguente link per vedere il breve filmato d'introduzione al lavoro del documentarista del Nuovo Messico:

MOON RISING

L'oggetto dalla simmetria triangolare - decisamente molto splendente - è visibile ai secondi 15-20 dall'inizio del segmento video di promozione del documentario. Il trailer inserito su YouTube da Escamilla s'intitola UFO-The Greatest Story Ever Denied Part II - Moon Rising Trailer. Il documentario - il secondo capitolo di quella che sembra essere una trilogia - è narrato da Carlos Figueroa. Per maggiori informazioni si consulti il seguente link: http://MoonRising-TheMovie.com




LA SONDA SPAZIALE CLEMENTINE IN ORBITA ATTORNO ALLA LUNA: 1994


Ora, né io né la giornalista Sabrina Pieragostini sappiamo se effettivamente tale oggetto si riferisca o meno alla medesima zona oggetto del caso Apollo 19-20, sulla faccia nascosta della Luna e nei pressi del cratere indicato come Izsak D. Certo è che - considerando le straordinarie foto a colori della Luna consultate e divulgate al grande pubblico da J. Escamilla - una risposta per ora è prematura: per esempio, l'archivio fotografico della sonda spaziale Clementine (a quanto pare utilizzato da Escamilla per il suo documentario) - lanciata dal DoD (Dipartimento della Difesa) nel gennaio 1994 - sembra blindato e solo poche fotografie sono di dominio pubblico.
La missione Clementine lanciata dall'Aeronautica Militare americana - frutto dello sforzo tecnico-scientifico del Naval Research Laboratory (l'NRL) e del Lawrence Livermore National Laboratory (in breve LLNL) - è più propriamente correttamente consciuta dagli addetti ai lavori come missione Deep Space Program Science Experiment, in breve DSPSE (e ribattezzata "Clementine" per comodità).
Tuttavia molta della documentazione fotografica della Clementine che prima era di pubblico dominio (diversi links militari sono riportati anche da siti NASA pubblici e liberamente accessibili), talvolta sembra difficilmente raggiungibile: come le pagine al LLNL ed all'USGS (lo United States Geological Survey).
La Clementine fra il 26 febbraio ed il 22 aprile 1994 ha inviato a terra circa un milione ed ottocentomila immagini digitali della Luna. Una mole impressionante di dati fotografici, ad alta risoluzione, che ha consentito di realizzare una nuova mappa globale lunare più dettagliata di quelle precedenti.
Inoltre, nel dicembre 1996 fu il Pentagono ad annunciare ai mass media che la strumentazione radar di bordo della sonda aveva scoperto tracce d'acqua ghiacciata al polo sud lunare (dunque prima dell'Agenzia Spaziale indiana, che ha dunque corroborato solo poche settimane fa la scoperta dei Militari americani).
Fra l'altro, uno degli scienziati di punta a capo del progetto americano e presente alla conferenza stampa di allora, è stato recentemente incriminato dall'FBI per aver clandestinamente venduto segreti militari e scientifici ad enti Israeliani, ma questa è un'altra storia.



LE PREVISIONI DI WILLIAM RUTLEDGE: DUE SU TRE SI SONO AVVERATE

Nel corso dell'intervista del maggio 2007 (pubblicata in Italia sulla rivista UFO Notiziario nell'estate 2007), William Rutledge ci avvisò di un incremento di avvistamenti UFO. Dalla risposta nr. 6 dell'intervista in inglese:

<<[...] It's the announcement of "the wonder of it all" maybe, and 2012 is coming fast. I also think that UFOs will appear more often starting from September 2007>>.

cioè, la sua divulgazione sarebbe cominciata per via dell'annuncio del documentario The Wonder of It All, il quale celebra i 12 uomini che ufficialmente hanno calcato il suolo lunare.
Ma fra le motivazioni, anche il fatto che la data del 2012 si sta avvicinando, e perché egli pensava che gli oggetti volanti non identificati sarebbero apparsi più spesso a partire dal settembre 2007. Se chiedete a qualunque studioso di ufologia, egli non potrà esimersi dal confermare che l'anno 2009 (e soprattutto la sua estate) ha - statistiche alla mano - mostrato un aumento significativo di segnalazioni di oggetti e fenomeni non identificati nei nostri cieli. Come poteva il misterioso "retiredafb" esserne a conoscenza nel 2007? Ha semplicemente tirato ad indovinare?

Nel mio scritto in inglese intitolato <> del 27 dicembre 2007, divulgavo per la prima volta sul mio portale Web cosa "retiredafb" - il dichiarato Willliam Rutledge - mi confidò il primo luglio 2007: a partire dal settembre 2007, si sarebbe dovuto assistere ad un incremento di fenomeni celesti, fino al 2012. Puntualmente, sembra proprio che esso si stia verifcando.
Nel mio scritto in inglese di allora portai come prova uno snapshot della rivelazione di "retiredafb" (vedi figura, che riproduco anche qui a lato). Vediamo i principali eventi celesti che costituiscono a mio avviso delle evidenze di ciò:

1) Il 6 ottobre 2008 dall'Osservatorio di Mt. Lemmon dell'Università dell'Arizona viene scoperto un asteroide in rotta di collisione con la Terra: viene chiamato Asteroid 2008 TC3, ed è la prima volta che si riesce a scorgere un oggetto celeste a poche ore di distanza dall'impatto con la Terra. Il Meteosat-8 dell'European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites riesce a fotograre l'esplosione in atmosfera, sopra i cieli del Sudan: un'esplosione dalla potenza di circa 1 kiloton. Fortunatamente la dimensione del corpo - entrato in atmosfera alla velocità di 12,8 km/secondo - è relativamente modesta: da uno a 5 metri. Dunque nessun pericolo per l'umanità e la popolazione sudanese.

2) Nel luglio 2009 un astrofilo australiano di nome Anthony Wesley getta lo scompiglio nella comunità astronomica internazionale: con il suo telescopio, intento ad osservare Giove, si accorge di una strana e nuova macchia scura, che sembra compatibile con un recentissimo impatto asteroidale o cometario. Contatta i più importanti osservatori del mondo ed in effetti, arriva quasi subito la conferma, anche dalla NASA: si tratta di una probabile collisione con un corpo celeste di natura cometaria o asteroidale. Anche lo Hubble Space Telescope, dopo i telescopi delle Hawaii, immortala fotograficamente la ferita nera come la pece nell'atmosfera gioviana (consultare in proposito l'articolo della NASA intitolato <>, del 24 luglio 2009.

3) 8 ottobre 2009, cleli dell'Indonesia: un altro asteroide esplode in atmosfera terrestre: questa volta le dimensioni sono maggiori rispetto a quello scoppiato sopra il Sudan: il Corriere della Sera dedica alla notizia la pagina 22 dell'edizione del 2 novembre 2009. Intitolato <>; a firma di Giovanni Caprara, l'articolo pone l'accento sulla preoccupazione degli specialisti della US Air Force ('USAF) e della NASA. Il bolide è grande all'incirca 10 metri, e la potenza dell'esplosione - pari al circa 50 kiloton - preoccupa la popolazione indonesiana della costa di Bone, dove si pensa inizialmente ad un terremoto.

L'altra previsione di Rutledge - non avveratasi - indicava nel settembre 2007 il momento in cui la NASA e l'Aeronautica MIlitare Americana (l'USAF) avrebbero vuotato il sacco sulla storia dell'Apollo 20: alla domanda 25/26 della mia intervista citavo infatti alcune parole di "retiredafb": la NASA e l'USAF << [...] will be forced to tell the whole story before September 2007>>.
Niente del genere è accaduto: tuttavia quanto ha dichiarato nel luglio 2008 ad un programma radiofonico britannico l'ex astronauta statunitense dell'Apollo 14 - il dr. Edgar Mitchell - alcuni mesi dopo la data di scadenza indicata da "retiredafb", lascia indubbiamente attoniti: non era mai accaduto che un astronauta del Programma Apollo - e per giunta uno dei 12 uomini ad aver calcato il suolo selenico - arrivasse ad ammettere candidamente il cover-up su Roswell da parte del Governo, in seguito al recupero nel 1947 di uno scafo alieno precipitato in Nuovo Messico. E la visita extraterrestre sul nostro pianeta, più in generale.
Il programma radio condotto da Nick Margerrison - The Night Before di Kerrang!Radio - ha avuto il privilegio di dare la notizia per primo, durante l'intervista con l'ex astronauta ed ufficiale americano della Marina. Ecco alcune parole pronunciate dal dr. Mitchell durante quel colloquio telefonico:
<<[...] I happen to have been privileged enough to be in on the fact that we've been visited on this planet and the UFO phenomenon is real ... all of It's been covered up by our government for a quite long time.>>"Oh, this is big!" pronuncia fra l'incredulo ed il divertito Nick Margerisson. L'intervista prosegue, e ad un certo punto Mitchell dice:
<>
Subito dopo Mitchell accenna a Roswell, la celebre località del Nuovo Messico al centro nel 1947 di uno dei primi casi di UFO crash (città che fra l'altro ha dato i natali proprio al'ex astronauta):
<>.
"Siamo stati visitati". Le affermazioni di Mitchell sono così dirompenti che Margerisson teme che l'ex astronauta e scienziato statunitense lo stia prendendo in giro.
Queste incredibili affermazioni hanno così stimolato Alex Baker - presentatore e produttore di Kerrang! Radio - a telefonare alla NASA per chiedere un commento ufficiale sulle esternazioni di Mitchell. Dopo un po' di tempo, pare che un portavoce NASA abbia scritto ad Alex le seguenti parole di risposta:

"Dear Alex,
NASA does not track UFOs. NASA is not involved in any sort of cover up about alien life on this planet or anywhere in the universe. Dr Mitchell is a great American, but we do not share his opinion on this issue.
Thanks for the opportunity to comment."

Una risposta diplomatica che non nega il fenomeno UFO, e che tiene anche conto del profilo tecnico-scientifico e dello spessore storico dell'ex astronauta Apollo, definito giustamente un "grande americano", perché protagonista della conquista della Luna e della storia della NASA.



IL POLIGONO DI LANCIO DELLA BASE AEREA DI VANDENBERG:
AL CENTRO DI PROGRAMMI SPAZIALI SEGRETI

Siccome in Rete m'imbatto spesso in scritti che denotano una certa approssimazione nel discutere concetti e storia dell'astronautica e del volo spaziale - in particolare a proposito della Base di Vandenberg - lasciamo la parola ad un ex militare statunitense e ad una firma prestigiosa del giornalismo scientifico americano.
In un mio recente scritto pubblicato dal periodico MarcaAperta - bimestrale di cultura ed informazione distribuito in Veneto - ho messo in luce le recenti dichiarazioni di Bob Dean al dibattito del simposio di esopolitica di Barcellona, e quelle di un vecchio articolo di Broad scritto nel 1989 per le pagine del The New York Times. Ecco un estratto del mio scritto:

[...] Sia come sia, recentemente un ex sottufficiale dell'Esercito Americano di nome Robert Orel Dean (nato in USA, nel 1929) – un vero gentiluomo con cui ho avuto un rapporto epistolare che si è concretizzato nella prefazione alla seconda edizione del mio saggio “The American Armageddon” che egli ha cortesemente accettato di firmare – ha portato all'attenzione del pubblico la sua testimonianza di ex insider che ha raccolto negli anni diverse indiscrezioni in merito a programmi spaziali segreti: in occasione del dibattito all'European Exopolitics Summit 2009 - tenutosi a Barcellona dal 25 al 26 giugno 2009 – Robert Dean (Bob per gli amici) ha parlato di un “separate space program” che gli Stati Uniti porterebbero avanti da decenni, parallelamente a quello della NASA: cioè un programma spaziale separato del Pentagono, finanziato con il cosiddetto black budget. Questo programma spaziale avrebbe utilizzato come poligoni di lancio la base aerea di Vandenberg (in California) ed altre installazioni segrete ubicate nello Utah, in Nevada, e perfino su alcune isole del Pacifico, come l'atollo di Kwajalein.
La base dell'USAF (l'Aeronautica Militare Americana) di Vandenberg è proprio la base da cui sarebbe partito un razzo Saturno V che avrebbe spedito nello Spazio sia l'Apollo 19, sia l'Apollo 20. Ora, qualora tali missioni spaziali – ufficialmente mai avvenute – abbiano veramente avuto luogo, che siano partite da un atollo nel Pacifico (l'Isola di Diego Garcia nell'Oceano Indiano è un altro luogo che costituisce un poligono di lancio spaziale) oppure proprio dalla costa californiana, poco importa.
Infatti proprio alla fine degli anni'80 il Dipartimento della Difesa statunitense (DoD) smantellò un segreto complesso spaziale pensato per operare parallelamente alla NASA, e dal costo di 5 miliardi di dollari. Tale complesso – ci racconta il giornalista William J. Broad in un articolo pubblicato il 7 agosto 1989 sulle pagine del The New York Times, e dal titolo “Pentagon Leaves the Shuttle Program” – si divideva fra il Colorado e la California.
Proprio in California, a Los Angeles, era localizzato un organico di 32 astronauti americani, tutti militari, destinati a pilotare ed utilizzare navette Space Shuttle, che sarebbero partite proprio dalla base di Vandenberg. Il programma spaziale militare raggiunse il suo apice – ci dice Broad – negli anni 1984-85, con 4200 persone impegnate nei lavori.
Il tragico incidente accaduto allo Space Shuttle Challenger, nel 1986, ha giocato un ruolo determinante nell'affossare il programma segreto del Pentagono.

da Programmi spaziali segreti,
di Luca Scantamburlo, © MarcaAperta, nr.5, anno VIII, ottobre-novembre 2009, pagina 8.

Aggiungo e commento quanto segue: non solo dalla Base di Vandenberg è partita la sonda spaziale Clementine nel 1994 - destinazione Luna - ma proprio da tale base dell'USAF fu lanciato nel 1983 anche il celeberrimo telescopio spaziale all'infrarosso denominato IRAS. Non si capisce dunque come si possa affermare che dalla base di Vandenberg non è possibile lanciare grandi vettori spaziali, quando documentazione ufficiale e storia dell'astronautica dimostrano proprio il contrario. La stessa NASA presenta fra la sua documentazione on-line un grafico in cui si evidenzia proprio i due poligoni di lancio per la flotta Space Shuttle: quello del Kennedy Space Center in Florida e quello di Vandenberg (vedi la foto riprodotta a lato).
Questo non significa che dalla base di Vandenberg sia effettivamente partito un Saturno V in missione segreta, ma dimostra che nulla vieta che sia stato possibile farlo in passato. E questo a prescindire che un Saturno V sia effettivamente partito da lì, oppure dal Pacifico o dall'Oceano indiano.
A proposito della possibile caduta degli stadi del razzo su territorio urbano, si legga in proposito la sensata osservazione di "moonwalker1966delta" nel corso della mia intervista (risposta nr.1), una repica alla obiezione sollevata da un pilota americano che mi scrisse anni fa (e che non escluse la possibilità di un lancio segreto da Vandenberg, anche se egli era più propenso ad un possibile lancio dal poligono dell'Isola di Diego Garcia, nell'Oceano Indiano, isolato e lontano da occhi indiscreti).

In conclusione: chiunque siano "retiredafb" e "moonwalker1966delta", sono dell'avviso che difficilmente siano dei semplici burloni od un burlone che gioca su due fronti, recitando due psicologie e due caratteri.
Il caso dell'Apollo 19-20 - nella mia opinione argomentata dalle mie inchieste e discussioni che durano da più di due anni - è un'operazione d'intelligence. Cosa, fra l'altro, già così definita pubblicamente da altri nell'ottobre 2007, anche se con una diversa chiave di lettura dell'intera storia.
La vicenda e quanto è emerso fino ad oggi dalla discussione, rientra probabilmente in quel piano di divulgazione della realtà aliena approntato per l'opinione pubblica decenni fa (vedi le dichiarazioni del Senatore americano B. Goldwater in una sua lettera datata metà anni '70, oppure il controverso documento del "Public Acclimation Program" emerso nei primi anni '90).
Oppure potrebbe trattarsi di un analogo programma ma separato da questo, e concepito da alcuni insider dell'ambiente politico-militare di Washington e non solo di Washington, stanchi del segreto apposto su caso Roswell e su tutto quello che ne è derivato. Delle "schegge impazzite" del sistema - magari tollerate dalle alte sfere - e che appartengono a personale in pensione dell'USAF e della NASA in primis, ma non solo.
Siano essi individui in riserva od in servizio, essi hanno deliberatamente distorto informazioni biografiche personali recitando un qualche copione (vedi la residenza di William Rutledge in Africa, la sua età ed il suo statuto di pilota di test di volo civile ma impiegato dall'USAF, una contraddizione in termini se ci si ferma a riflettere: un pilota impiegato dall'USAF in quell'epoca, e volontario per il progetto MOL-GEMINI, doveva essere per forza un militare addestrato al volo, non certo un semplice civile).
Mescolando filmati autentici con video falsi ed inserendoli in un contesto storico-scientifico dettagliato, essi stanno forse cercando di sondare il terreno non solo dell'opinione pubblica e degli ufologi, ma anche di enti e comunità politiche al fine di lanciare segnali controversi di disclosure, che potrebbero presto spingere qualche ente governativo od un Paese ad una parziale ammissione dell'esistenza di strutture artificiali sulla Luna, cioè di segni di vita intelligente aliena. Penso a Paesi come il Giappone, l'India o la Cina.
Eredità di insediamenti, colonie o veicoli abbandonati in un remoto passato da antiche civiltà non terrestri. Una possibilità - questa della scoperta di segni di vita intelligente su altri pianeti del Sistema Solare - contemplata dal cosiddetto Rapporto Brookings voluto dalla NASA alla fine degli anni'50, redatto dall'autorevole Brookings Institution di Washington, D.C., e discusso al Congresso americano (alla Camera dei Rappresentanti, nell'ambito del Comitato sulla Scienza e l'Astronautica) nell'aprile 1961. Il rapporto è dedicato agli studi proposti sulle implicazioni delle attività spaziali per le attività umane. Studi soprattutto sociologici ed antropologici.
In alcune sue pagine - in sintesi - si suggeriva anche la possibilità di nascondere all'opinione pubblica una tale scoperta, che potrebbe mettere in crisi la nostra civiltà e determinare l'annientamento di molti dei suoi valori, fino alla possibile disintegrazione della società stessa (vedi il paragrafo The implications of a discovery of extraterrestrial life, contenuto nel rapporto Proposed Studies on the Implications of Peaceful Activities for Human Affairs).

© Luca Scantamburlo
08 novembre 2009

Reproduction is allowed on the Web if accompanied by the statement
© L. Scantamburlo - www.angelismarriti.it
Reproduced by permission.
Luca Scantamburlo


AGGIORNAMENTO SULLE DIMENSIONI DEL MISTERIOSO OGGETTO SULLA LUNA

Stimolato da altri che hanno cercato di determinare le dimensioni del misterioso e davvero imponente oggetto sigariforme adagiato sulla faccia nascosta della Luna, ho personalmente trovato la seguente dimensione di lunghezza: 4,80 km; si veda in proposito - per i dettagli sul ragionamento ed i mezzi utilizzati - il mio scritto in inglese diffuso nell'anno 2007 ed intitolato:

Apollo 19 and 20: New Clues and Revelations on the Case
di Luca Scantamburlo

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