L'invenzione di Andrea Rossi porta alla luce nuove ricerche della Nasa. Vecchie di vent'anni! Ecco un altro capitolo di questa storia di intrighi e misteri.
# La Nasa potrebbe essere interessata all'invenzione di Andrea Rossi, l'E-Cat.
# L'Ente spaziale americano fa ricerche sulla fusione fredda dal 1989.
# I risultati di tali ricerche avrebbero forse potuto tenere la fusione fredda fuori dalla "clandestinità" scientifica.
# I risultati sono stati invece pubblicati vent'anni dopo le ricerche...
Dov'è il signor Rossi? Le voci si rincorrono: c'è chi dice che sia negli Usa in uno dei laboratori di ricerca della Nasa per un test dell'E-Cat. Tra i sostenitori del soggiorno di Rossi negli Stati Uniti e dei suoi rapporti con la Nasa c'è chi dà per certo che il test inizierà il 22 settembre e chi sostiene che è iniziato da un pezzo, il 3 settembre, e si è già concluso (con quali risultati? Anche i "meglio informati" non azzardano ipotesi...). E c'è infine chi sostiene che Rossi sia in un Paese dell'Est, forse la Bulgaria forse la Repubblica Ceca, dove avrebbe trovato un partner industriale pronto a sostituire i greci di Defkalion (vedi).
Ovunque sia, il fatto è che di Andrea Rossi si parla ormai solamente con i "si dice" messi online dai suoi fans nei blog e nei forum dove si confrontano scettici ed entusiasti dell'E-Cat, mentre dalle pagine di uno dei suoi siti, il Journal Of Nuclear Physics, il diretto interessato tace o risponde in modo vago alle domande dei suoi lettori.
Non sarebbe però la prima volta che la Nasa compare nelle vicende di Rossi: vedi per esempio l'intervista a Dennis Bushnell, direttore della ricerca al Langley Research Center. Non sarebbe neppure la prima volta che compare nelle ricerche sulla fusione fredda, visto che l'ha sperimentata più volte già dal 1989. Con quali risultati? Sorprendenti, in ogni senso: perché se da una parte gli esperimenti sembrano confermare l'esistenza di fenomeni "energetici" non ben compresi, dall'altra le relazioni degli esperimenti sono state per molti anni nascoste, o almeno molto difficili da trovare...
LE CONFERME DELLA NASA
Che cos'è l'E-Cat? Come funziona? Quali sono le ricerche sulla fusione fredda? Notizie, video, interviste e approfondimenti nel dossier L'E-Cat e la fusione fredda.
Negli archivi Nasa, il più vecchio dei documenti online sulla fusione fredda è datato dicembre 1989. Qualche mese prima, il 23 marzo, i chimici Martin Fleischmann e Stanley Pons avevano annunciato al mondo una nuova e inattesa fonte di energia ottenuta da una semplice ed economica cella elettrolitica. La Nasa, il Mit (Massachusetts Institute of Technology), l'Enea e centinaia di altri laboratori nel mondo si erano subito mobilitati attorno all'idea che si potesse ottenere così tanto spendendo così poco.
Quel primo documento della Nasa è classificato con la sigla TM-102430 (dove TM sta per technical memorandum): nel titolo riporta le parole "cold fusion" (fusione fredda) e l'oggetto del test, ossia una specie di formula chimico/fisica usata per descrivere in sintesi la fusione di atomi di deuterio (isotopo dell'idrogeno) in atomi di elio e neutroni liberi.
Uno degli effetti della trasmutazione, ossia della trasformazione di un elemento in un altro (da deuterio a elio, in questo caso), è la produzione di energia in forma di calore. Il memorandum può essere scaricato in versione originale (in inglese) e integrale dal nostro sito, oltre che dal sito della Nasa. Nel documento, il resposabile della ricerca (Gustave C. Fralick, che dall'89 a oggi ha partecipato a diversi studi nello stesso ambito) scrive che:
1) il conteggio dei neutroni NON mostra differenze significative rispetto alla normale radiazione di fondo ambientale e neppure rispetto alla cella usata come sistema controllo, caricata con idrogeno anziché deuterio;
2) è stata rilevata una anomala produzione di calore nella cella caricata con deuterio, ma non in quella di controllo.
Due osservazioni verificate e confermate in test successivi effettuati dalla stessa Nasa e in altri laboratori.
La produzione di calore in eccesso (o "anomalo") è l'energia che possiamo usare (per riscaldare l'acqua, produrre elettricità, far muovere treni...). L'assenza di neutroni suggerisce che non dobbiamo preoccuparci di residui radioattivi. Era di fatto una conferma alla scoperta di Fleischmann e Pons. La strada da fare per sfruttarla poteva essere ancora lunga e difficile, ma la prospettiva era quella di potere infine avere abbondanza di energia con poca spesa e senza rischi e problemi per l'ambiente.
PERCHÉ NON È ANDATA COSÌ?
In effetti c'è un thriller sulla fusione fredda: Il segreto delle tre pallottole, di Maurizio Torrealta e Emilio Del Giudice, frutto del lavoro dalla redazione inchieste di Rai News (potete acquistarlo online da Bol.it anche in versione eBook).
Come sappiamo, però, la fusione fredda alla fine del 1989 era già sinonimo di "aspettative deluse" quando non di "truffa scientifica" vera e propria. La sua storia potrebbe essere un thriller e uno dei suoi (tanti) capitoli potrebbe intitolarsi I documenti scomparsi.
Il memorandum tecnico che abbiamo citato è datato dicembre 1989 ma è stato pubblicato negli archivi della Nasa solamente nell'aprile del 2009: le date sono registrate sulla scheda online del documento. La pubblicazione è cioè avvenuta vent'anni dopo! Il memorandum era comunque noto negli ambienti scientifici prima del 2009? Non possiamo escluderlo, ma gli scienziati a cui l'abbiamo chiesto non ne erano a conoscenza.
Stessa sorte per Replication of the Apparent Excess Heat Effect in a Light Water-Potassium Carbonate-Nickel Electrolytic Cell (disponibile in PDF da Focus.it e dagli archivi della Nasa), datato febbraio 1996 e pubblicato nel maggio del 2008.
La diffusione di documenti di questo tipo avrebbe cambiato il destino della fusione fredda? Forse no o forse, invece, avrebbe incoraggiato fin da subito investimenti e ricerche.
È SPARITA LA FUSIONE FREDDA!
# 1989*2009 # Results of an Attempt to Measure Increased Rates of the Reaction
2D+2D ---> 3He + n
in a Nonelectrochemical Cold Fusion Experiment
# 1996*2008 # Replication of the Apparent Excess Heat Effect in a Light Water-Potassium Carbonate-Nickel Electrolytic Cell
# 2009 # Anomalous Heat Effect: De-Hyping and Deciphering "Cold Fusion"
# 2009 # Investigation of Anomalous Heat Observed in Bulk Palladium
Un'altra curiosità dei documenti della Nasa riguarda le parole chiave usate per archiviarli, ossia le parole che dovrebbero rispecchiare il loro contenuto e che più facilmente potrebbero essere usate dai visitatori degli archivi per cercarli. Nello studio dell'89 le parole chiave suggerite da Fralick sono tre: "cold fusion", "deuterium" e "neutrons" (pagina 25 del PDF).
Queste parole, nella scheda online, sono diventate "background noise", "deuterium", "helium isotopes", "hydrogen", "neutrons", "nuclear fusion", "palladium", "purification", "radiation counters", "reaction kinetics". È vero che da tre sono diventate 10, ma è sparita la fusione fredda...
Anche nel documento del 1996/2008 scompare l'espressione "cold fusion", suggerita dagli autori, e così in tutti i documenti correlati. Che la scienza ufficiale rifiuti l'espressione "cold fusion" possiamo quasi capirlo: è vero che è di uso comune, ma è formalmente sbagliata. Ma... "rumore di fondo" (background noise, riferito alla radiazione di fondo)? E non è altrettanto sbagliata "fusione nucleare" (nuclear fusion), che tradizionalmente è riferita alla fusione nucleare calda, quella dei progetti miliardari Iter e Nif?
Ci sarebbe da dire molto anche sulle altre parole chiave, ma soprattutto sul fatto che non vengono usate parole come "LENR" (o la sua forma estesa, "low energy nuclear reactions") o altre espressioni note e più condivise negli ambienti scientifici. È insomma veramente difficile trovare una qualunque ricerca della Nasa sulla fusione fredda: noi abbiamo trovato quei documenti solamente perché ci hanno detto dove e come trovarli.
ALLORA, DOV'È ROSSI?
Le nostre fonti hanno le bocche cucite ma noi abbiamo qualche ragionevole sospetto: i test alla Nasa sono reali e sono in corso, o addirittura conclusi. Con quali risultati? Per saperlo dobbiamo aspettare il nuovo technical memorandum: lo cercheremo, tentando di indovinare le parole chiave e sperando di non dovere aspettare fino al 2031.
Fonte: http://www.focus.it
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