Manifestazioni in tutto il Paese contro il nucleare. Nella capitale catena umana davanti al ministero del Commercio che guida la politica energetica. Ieri le celebrazioni a sei mesi dal sisma e dallo tsunami che ha provocato 20mila morti.
Fukushima, controllo delle radiazioni
TOKYO - I giapponesi hanno ricordato ieri le vittime dello spaventoso terremoto e del successivo tsunami a sei mesi esatti dalla tragedia che sconvolse il paese e le cui conseguenze, prima tra tutte il disastro alla centrale nucleare di Fukushima, pesano ancora sulla vita di tanti. In tutta la regione di Tohoku (nel nordest del paese), la più colpita dalla devastante scossa di 9 gradi Richter che provocò complessivamente circa 20.000 morti, è stato un giorno di raccoglimento, di lacrime e di cerimonie in ricordo delle vittime. Ma in diverse città del Giappone sono state molte le dimostrazioni contro il nucleare e contro la gestione del governo dell'incidente a Fukushima.
TOKYO, CATENA UMANA ANTI-NUCLEARE. In particolare a Tokyo i manifestanti hanno creato una catena umana intorno al ministero del Commercio, che sovrintende alla industria del nucleare. Almeno 2.500 persone hanno marciato davanti alla compagnia elettrica di Tokyo per poi dar vita alla "catena umana" antinucleare intorno al palazzo del ministero. Molti i sostenitori di un abbandono del nucleare dopo il gravissimo incidente nella centrale di Fukushima, secondo nella storia solo a quello di Chernobyl. I manifestanti, sfilando al ritmo dei tamburi, hanno chiesto di fermare per sempre la produzione di energia nucleare in tutto il Giappone. Hanno chiesto a voce alta al governo un cambiamento epocale nella politica: verso le fonti di energia alternativa. Tra loro, quattro giovanissimi hanno anche annunciato l'inizio di 10 giorni di sciopero della fame per spingere a un mutamento vero nella politica energetica del Paese.
PROTESTE IN TUTTO IL GIAPPONE. Altre proteste sono state organizzate in grandi città del Giappone come Tokyo e Osaka, dove migliaia di manifestanti contrari al nucleare hanno chiesto al governo di abbandonare l'uso dell'energia atomica. Diversi attivisti hanno circondato il ministero dell'Economia, del commercio e dell'industria con striscioni che recitavano: "Energia nucleare? Addio".
LACRIME E PREGHIERE. A Minamisanriku, rasa al suolo da un'ondata gigantesca di 15 metri, si sono raccolti in preghiera i sopravvissuti, tutti vestiti di nero. Alcuni di loro sono tornati oggi per la prima volta dove una volta c'erano le loro case. "Sono ancora tanti quelli che sei mesi dopo non hanno ancora una sistemazione accettabile e vivono nell'angoscia - ha scritto in un messaggio il primo ministro Yoshihiko Noda - Faremo tutti gli sforzi per ricostruire al più presto". A Sendai, Ishinomaki, Rikuzen Takata, Minamisoma e a Iwaki, tutte città duramente colpite dal cataclisma, alle 14:46, quando il sisma fece tremare la terra, è stato osservato un minuto di silenzio. Vicino a Ishinomaki, davanti ad una stele di legno circondata da mazzi di fiori e da pupazzi, un monaco ha invitato alla preghiera i genitori dei 70 bambini morti nel crollo di una scuola elementare.
IL MINISTRO DELL'ECONOMIA COSTRETTO ALLE DIMISSIONI. Ieri il ministro dell'Economia Yoshio Hachiro ha dovuto rassegnare le sue dimissioni dopo le polemiche scoppiate per le dichiarazioni al rientro dalla visita di due giorni fa al disastrato impianto nucleare di Fukushima. Aveva definito l'area intorno alla centrale, i 20 km della cosiddetta "no-entry zone", disseminata di "città fantasma". Ma a lasciare sgomenti i giapponesi è stata l'uscita infelice con un giornalista durante la sua visita alla centrale. Hachiro ha cercato di toccare il reporter dicendogli ironicamente: "ti passo un po' di radiazioni". "Chiedo scusa per quanto accaduto", ha detto il ministro uscente in conferenza stampa convocata in tarda serata, aggiungendo di "non avere ricordi chiari" sulle osservazioni in merito alle radiazioni. Ma è stato costretto a dare le dimissioni.
Commento di Oliviero Mannucci: Se dopo il referendum contro il nucleare degli anni '80 in Italia si fosse sviluppata una seria politica di sviluppo delle fonti di energia rinnovabili, ora l'Italia sarebbe avanti a tutto il mondo di 30 anni. Lo dicevo allora e continuo a dirlo adesso. In Giappone la gente ha capito quanto è pericoloso vivere in un paese disseminato di bombe nucleari ad orologeria le " centrali nucleari a fissione" , speriamo che in Italia adesso, chi governerà il nostro paese, dopo l'esito dell'ennesimo referendum contro il nucleare capisca una volta per tutte qual'è la strada da percorrere, soprattutto in un paese come il nostro, dove il Sole non manca. Ma spero svilupperanno anche altri fonti di energia rinnovabile, come l'eolico e quello mareale. Sarà la volta buona?! Speriamo di si!
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