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Monday, October 3, 2011

Astronomia: l’asteroide Vesta, uno dei più grandi asteroidi conosciuti

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Credit: Ben Zellner, Peter Thomas

Nel 1596 un astronomo, matematico e musicista tedesco che rispondeva al nome di Giovanni Keplero, arrivò a credere che poteva esistere un pianeta nello spazio compreso tra Marte e Giove. La sua intuizione era dovuta ai suoi calcoli atti a determinare la forma ellittica delle orbite planetarie. Successivamente i calcoli matematici di Johann Daniel Titius e Johann Elert Bode – in seguito noto come legge di Titius-Bode – sembravano essere d’accordo con questa teoria. Nell’Agosto del 1798, un gruppo conosciuto come “Polizia Celeste”, di cui faceva parte un astronomo tedesco, fu formato per la ricerca di questo pianeta mancante. L’astronomo tedesco, Heinrich Olbers, scoprì il secondo asteroide conosciuto, Pallade. In una lettera a un suo collega astronomo tedesco, egli stese la prima teoria sull’origine dell’asteroide. Egli si domandò: “Può essere che Cerere e Pallade sono solo un paio di frammenti di un pianeta che una volta occupava un posto tra Marte e Giove?”. Olbers motivava la sua idea dal momento che i frammenti di tale pianeta sconosciuto intersecavano il punto dell’eventuale esplosione. Nella notte del 29 Marzo 1807, osservando quest’area all’osservatorio privato situato al piano superiore della sua casa a Brema (Germani), scoprì Vesta, diventando la prima persona ad aver scoperto 2 asteroidi. Dopo innumerevoli osservazioni, olbers inviò i suoi calcoli al matematico Carl Friedrich Gauss, che calcolò l’orbita di Pallade in sole 10 ore. Vesta è il secondo corpo più massiccio nella fascia degli asteroidi. Presenta delle chiazze chiare ed altre scure proprio come la Luna, denotando quindi una certa unicità tra questi corpi. Le osservazioni terrestri hanno poi stabilito che l’asteroide presenta delle regioni basaltiche, che significa che un tempo la lava scorreva sulla sua superficie. Ha una forma irregolare, più o meno quella di uno sferoide oblato ed è l’asteroide più luminoso del cielo, essendo occasionalmente visibile dalla Terra anche ad occhio nudo. Quando Vesta si è avvicinato al nostro pianeta nel 1996, il telescopio spaziale Hubble ha mappato la superficie topografica e le sue caratteristiche. La mappatura ha messo in evidenza un grande cratere al polo sud di 460 Km, enorme rispetto alle dimendioni di Vesta che ha un diametro di 530 Km. Profondo in media 13 Km con punte di 15 Km, il cratere è stato formato da un impatto avvenuto nei primi anni di vita dell’asteroide. Il materiale espulso da questo scontro hagenerato una serie di asteroidi e meteoriti che in passato si sono anche schiantate sulla Terra. Diversamente dalla maggior parte degli asteroidi, l’interno di Vesta è molto differente.

Credit: NASA/JPL

Come i pianeti terrestri, l’asteroide ha una crosta di lava solidificata he copre un mantello roccioso ed un nucleo di ferro e nichel. Questo porta a credere alla tesi che Vesta sia nato come protopianeta, piuttosto che come asteroide. Il nucleo di Vesta sembra essersi formato rapidamente entro i primi 10 milioni di anni dopo la formazione del sistema solare, così come la sua crosta basaltica. Le colate laviche probabilmente si estendevano da centinaia di metri a diversi chilometri, con uno spessore tra i 5 e i 20 metri. La stessa lava poi raffreddata ha dato origine a quello che oggi osserviamo. Nel 1960 una palla di fuoco proveniente da Vesta è stata osservata sui cieli dell’Australia. Il corpo roccioso staccatosi dal grande asteroide era composto interamente da pirosseno, un minerale che si trova nei flussi di lava. Vesta quindi fa parte dei corpi di cui si hanno dei campioni di roccia (gli altri sono la Luna e Marte). Nel settembre 2007, la NASA ha lanciato un veicolo spaziale con l’intenzione di visitare gli asteroidi Vesta e Cerere, che incontrerà nel 2015. La missione consiste nel studiare le caratteristiche del sistema solare analizzando due asteroidi molto differenti tra loro. Cerere mostra delle calotte polari stagionali e potrebbe avere una sottile atmosfera. Vesta dal canto suo è invece secco e roccioso. Date le loro dimensioni, i due corpi sono in realtà considerati come protopianeti, o piccoli pianeti. L’attrazione gravitazionale di Giove ha interrotto la loro formazione. Senza la presenza del gigante del sistema solare oggi potremmo parlare di 2 pianeti effettivi. Vesta è stata ripresa nuovamente dal telescopio spaziale Hubble, ottenendo ulteriori dati. Gli stessi dati hanno rilevato che l’asteroide è inclinato di circa quattro gradi in più rispetto a quanto si pensasse inizialmente. Questi risultati aiuteranno la Nasa a svolgere la mappatura della superficie.

Fonte: http://www.meteoweb.eu

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