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Saturday, December 17, 2011

Scoperti batteri 'marziani' sui monti del Nord America

Vivono in condizioni estreme, simili a quelle di Marte

Cristalli di olivina (fonte: NASA, Centro di ricerche Ames, Tom Trower)
Cristalli di olivina (fonte: NASA, Centro di ricerche Ames, Tom Trower)

Batteri 'marziani', capaci di vivere in condizioni estreme e molto simili a quelle presenti nel sottosuolo del Pianeta Rosso, sono stati identificati in un condotto lavico della Catena delle Cascate, un sistema montuoso del Nord America caratterizzato da imponenti vulcani. La scoperta, firmata dai ricercatori della Oregon State University e finanziata anche dalla Nasa, e' pubblicata sulla rivista Astrobiology.
‘’Questi microbi appartengono a uno dei generi di batteri più comuni sulla Terra’’, afferma la ricercatrice Amy Smith. ''Ciò che li rende unici è la capacità di crescere in condizioni molto simili a quelle presenti su Marte''. I batteri sono stati scoperti in un condotto lavico vicino al cratere di Newberry, nell’Oregon, a 1.500 metri di altitudine, dove vivono nel ghiaccio, a temperature molto basse e con pochissimo ossigeno a disposizione. Qui riescono a crescere senza nutrirsi di sostanze organiche, ma assorbendo energia dall'ossidazione del ferro contenuto nell'olivina, un minerale di origine vulcanica presente sia sulla Terra che su Marte.
All'interno del condotto lavico sono state rinvenute anche alcune rocce che presentano tracce molto particolari, create probabilmente dagli stessi microrganismi. I ricercatori sostengono che siano molto simili a quelle rinvenute su un meteorite proveniente da Marte. ''Le condizioni presenti nel condotto lavico non sono così estreme come quelle marziane - spiega il ricercatore Martin Fisk - ma il nostro studio dimostra che questi batteri possono sopravvivere in condizioni molto simili. Sappiamo che l'olivina e' presente su Marte, e ora sappiamo anche che l'olivina può supportare la vita dei batteri''. ''Nel passato, quando su Marte la pressione atmosferica e la temperatura erano piu' alte, avrebbero potuto fiorire degli ecosistemi basati su questo tipo di batteri'', aggiunge il collega Radu Popa. ''I segni lasciati dai batteri sui minerali possono quindi diventare un utile strumento per capire se c'e' stata vita su Marte''.

Fonte: ansa.it

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