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Saturday, December 17, 2011

Fukushima, incidente finito. Balle. Il rilascio di acqua radioattiva nell’oceano

Ho già spiegato come soltanto le acrobazie verbali possono permettere di affermare che Fukushima è in “cold shut down”.

Ma è necessario fare la punta alla matita un’altra volta. Il primo ministro giapponese oggi ha anche detto che l’emergenza, l’incidente di Fukushima sono finiti, la centrale nucleare non rappresenta più un pericolo e rimangono da affrontare solo la bonifica e la decontaminazione.

Sono balle anche queste. Perchè se è vero che di emissioni della radioattività nell’atmosfera non si parla più, rimane ancora un problemino: l’acqua enormemente radioattiva radioattiva che da Fukushima va nell’oceano Pacifico, a un tiro di schioppo dall’impianto.

Intendiamoci. Nessuno è in grado di affermare che una precisa quantità di acqua con un preciso grado di radioattività si riversi quotidianamente nell’oceano dai sotterranei della centrale nucleare.

Fonte: http://blogeko.iljournal.it

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Però esistono numerosi elementi che conducono verso questa direzione. Non prenderlo nemmeno in considerazione (incidente chiuso, dice il primo ministro) è veramente un’altra acrobazia logico-verbale di prima grandezza.

Primo, l’oceano Pacifico è a poche decine di metri da Fukushima. Secondo, i sotterranei della centrale nucleare sono pieni di una quantità sempre più ingestibile di acqua: in parte è quella buttata sui e nei reattori per raffreddarli e in parte è quella che risale dal sottosuolo al ritmo di 200-500 tonnellate al giorno.

Tutta quest’acqua è fortemente radioattiva perchè (evidentemente) entra in contatto più o meno mediato con il combustibile nucleare fuso: la fonte della radioattività.

L’acqua scorre ruscella si infiltra si apre strade. Dove va l’acqua di Fukushima? Ah, saperlo…

Però ci sono degli elementi interessanti in uno studio pubblicato lo scorso ottobre su Environmental Science and Technology (lo trovate linkato in fondo) dedicato alle conseguenze di Fukushima sulla radioattività del mare.

Il saggio cerca (peraltro invano, non esistono dati completi) di stimare la radioattività di Fukushima finita nel Pacifico: fotografa la situazione fino al luglio scorso, quando la presenza di Cesio 137 (radioattivo) nelle acque costiere del Giappone era ancora di 10.000 volte superiore rispetto ai livelli pre-Fukushima; dice: minimi danni per la salute umana (ultra sintetizzo, ovvio) ma necessità di ulteriori studi per capire quali saranno le conseguenze legate al consumo del pesce.

Qua e là si trovano riferimenti interessanti rispetto alla strada percorsa dall’acqua radioattiva di cui è piena Fukushima.

Il saggio afferma infatti che l’elevata radioattività del mare presuppone verosimilmente l’arrivo spontaneo di acque sotterranee da Fukushima: non si non si tratta evidentemente dell’acqua deliberatamente gettata in mare per far spazio, e nemmeno dell’acqua contaminata di cui più volte si è registrata la fuoriuscita in superficie.

Dice anche che Fukushima rimane una fonte di contaminazione per il mare giapponese.

Ripeto: il saggio fotografa la situazione del luglio scorso. Ma da allora la situazione di fondo non è cambiata. Il “sarcofago verticale” per impedire il contatto fra l’acqua radioattiva di Fukushima e l’oceano non esiste. E in queste condizioni il Giappone dice che l’emergenza è finita.

Su Environmental Science and Technology gli impatti di Fukushima sulla radioattività dell’oceano

Fonte: http://blogeko.iljournal.it

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