A studiarla un po’ più da vicino, sono stati Spitzer e Hubbles, due importanti telescopi spaziali della NASA. La ricerca, invece, è stata condotta da una squadra di astronomi capitanata da Bahram Mobasher, dell’Università della California. Il primo a metterci gli occhi sopra, tuttavia, è stato il telescopio terrestre Subaru collocato nelle isole Hawaii, che ne determinò l’immensa distanza.
Se ci si riflette, 13 miliardi di anni luce di distanza, vale a dire che la luce che è arrivata ai nostri telescopi ci ha messo così tanto a coprire questa distanza. Quindi, quella che vediamo, è una delle più antiche galassie fin’ora studiate. In pratica, il più prezioso reperto di come poteva assomigliare la nostra Via Lattea alle sue origini.
Mark Dickinson, dell’Osservatorio nazionale di astronomia ottica dell’Arizona, ha affermato che si tratta di «una scoperta sorprendente perché finora non avevamo mai visto galassie così antiche e così luminose. Potrebbe essere un oggetto speciale e raro che abbiamo appena individuato durante un momento di picco di formazione stellare».
Oltretutto, GN-108036 non è poi così grande. Le sue dimensioni sono di un quinto rispetto alla nostra galassia, motivo che rende più saliente la sua produzione di stelle. Ed è particolare anche perché non è nemmeno così giovane, visto che è nata soltanto 750 milioni di anni dopo il Big Bagn.
«L’intensa formazione stellare di GN-108036 – spiega Mobasher – implica che la galassia stava investendo sulla propria massa già all’epoca in cui l’Universo aveva raggiunto appena il 5% della sua età attuale, questo la rende, con tutta probabilità, una antenata delle galassie massive ed evolute che osserviamo oggi».
Michele Fiore
Fonte: http://www.ilquotidianoitaliano.it
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