Si chiama J-2X il potentissimo motore a razzo della Nasa, candidato a portare presto l’uomo nello spazio, dove mai era arrivato prima. Il 14 Dicembre è stato infatti effettuato il test finale dell’anno 2011, il decimo, con risultati positivi. J-2X in particolare, realizzato dalla Pratt & Whitney Rocketdyne della Marshall Space Flight Center della Nasa con sede ad Huntsville (Usa), è stato studiato per raggiungere Luna, asteroidi ed altri obiettivi del Sistema Solare. La verifica è stata effettuata presso lo Stennis Space Center della Nasa stessa, nella regione sud del Mississippi (Usa).
L’esperimento è stato condotto al 100 per cento di potenza del motore e focalizzato sulla calibrazione delle prestazioni e gli effetti delle variazioni di flusso di carburante, quindi sulle alterazioni della pressione di questo nel motore. J-2X è dunque ora pronto per l’aggiunta degli ultimi dettagli e i test sulla versione definitiva previsti per l’inizio del 2012, che si focalizzeranno in modo particolare sul quantitativo esatto di carburante necessario e sulle condizioni operative della turbopompa. Il motore, in particolare, è un efficiente sistema che consente di potenziare molto lo stadio più alto del lanciatore. Funziona con ossigeno e idrogeno liquidi ed è studiato per dare la spinta e sollevare 294 mila libbre di peso (circa 133 tonnellate).
Era il 20 Luglio 1969 quando un astronauta americano, Neil Armstrong, comandante della missione Apollo 11, toccava il suolo della Luna, seguito da Buzz Aldrin, mentre il loro compagno Michael Collins controllava il modulo di comando Columbia. Tutto il mondo seguì la vicenda in televisione e, negli anni del grande boom economico, tutti pensarono che il futuro avrebbe portato cose meravigliose.
Da allora l’economia non ha dato proprio i risultati di quelle grandi speranze, ma la ricerca nel campo dell’aereonautica ha continuato ad alimentare le prospettive che noi esseri umani possiamo essere sempre più padroni del nostro immenso Universo, grazie all’avanzamento degli studi astronomici e astrofisici sulle origini del cosmo da un lato, e al miglioramento delle strumentazioni di esplorazione aerospaziale dall’altro.
Il sogno resta comunque sempre quello di portare direttamente l’uomo sui corpi celesti, sia per scopi scientifici che commerciali, come dimostrano i recenti investimenti delle compagnie aeree nel turismo spaziale, per ora appannaggio solo di pochi eletti, ma che non si esclude possa diventare di massa nei prossimi decenni.
Da qui le ricerche in questa direzione, sia per costruire velivoli sempre più schermanti i raggi cosmici, che rendono impossibile la presenza umana per tempi così lunghi come quelli necessari a spingersi oltre la Luna, sia per rendere tali velivoli così potenti e veloci da ridurre al massimo i tempi di viaggio.
Occhi puntati al cielo dunque: il futuro nel cosmo non è poi così lontano.
Roberta De Carolis
Fonte: http://www.nextme.it
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