di Virginia Simbula
Il Giappone ha tardato ad ammettere l’entità della catastrofe, ma ora la verità sta venendo fuori: Yoshio Ichida è un pescatore di Fukushima che vive in un centro profughi della città costiera, ormai in rovina, di Soma: cerca di ricostruire la sua vita con gli altri pescatori sopravvissuti al disastro e guardando il mare contaminato dice "Un giorno verremo di nuovo autorizzati a pescare, ci crediamo tutti". Questo Paese sta cercando di riprendersi dalla peggiore catastrofe naturale ed artificiale a cui abbia mai assistito, ma sono le conseguenze del disastro nucleare alla centrale di Fukushima a preoccupare i giapponesi. In tutto il nord-est, milioni di persone convivono con le conseguenze di questo disastro e non c’è un’area con un livello accettabile di contaminazione da radiazioni. Alcuni scienziati dicono Fukushima è peggiore rispetto all'incidente di Chernobyl del 1986, entrambi di livello 7, ossia il massimo, sulla scala dei disastri nucleari. Una delle più importanti tra questi è la dottoressa Helen Caldicott, medico australiano e da lungo tempo attivista anti-nucleare, che avverte che a Fukushima "il peggio deve ancora arrivare". Chris Busby, professore presso l'Università di Ulster noto per le sue idee allarmista, ha scatenato tante polemiche durante la sua ultima visita in Giappone il mese scorso, quando ha detto che il disastro avrebbe provocato 1 milione di morti in più: "A Fukushima i reatori sono ancora surriscaldati, Chernobyl è successo solo una volta, Fukushima è peggio." Dall'altra parte della barricata, invece, ci sono gli scienziati favorevoli al nucleare che insistono sul fatto che il disastro è sotto controllo e che i livelli di radiazione sono per lo più sicuri, infatti il vice-presidente della Graduate School of Engineering presso l'Università di Tokyo, Naoto Sekimura, ha detto: "Credo che il governo e Tokyo Electric Power (la TEPCO) stanno facendo del loro meglio." Venerdì scorso, però, gli scienziati che fanno parte dell'Agenzia di sicurezza nucleare hanno dichiarato che la centrale ha rilasciato 15.000 terabecquerels di cesio cancerogeno, equivalenti a circa 168 volte il bombardamento atomico di Hiroshima 1945. (Professore Busby dice che il rilascio è almeno 72.000 volte peggio di Hiroshima). Intrappolati in questa tempesta di informazioni spesso contrastanti, molti giapponesi non sanno a chi dare retta: il sig. Ichida ed i suoi colleghi pescatori dicono di non aver più fiducia nei funzionari della TEPCO che aveva assicurato che l'impianto di Fukushima era sicuro, ma di aver fiducia nei test sulla radioattività fatti dal governo e sperano che presto gli sarà permesso di tornare in mare a pescare. Venerdì scorso, centinaia di ex residenti di Futaba e Okuma, le città più vicine all'impianto nucleare, sono stati autorizzati a visitare le loro case - forse per l'ultima volta - per raccogliere le loro cose e, indossando maschere e tute antiradiazioni, si sono inoltrati nei 20 Km di zona contaminata intorno alla centrale: c’erano centinaia di animali sono morti e marciti al sole ed hanno trovato cucine e salotti in parte restituiti dalla natura, un residente ha affermato: "E 'difficile credere che abbiamo mai vissuto qui". Diverse altre aree a nord-ovest della centrele nucleare sono diventati paesi fantasma dopo l’ordine di evacuazione che, secondo molti residenti, è stato dato troppo tardi e pensano, quindi, di aver assunto quantità pericolose di radiazioni nelle settimane successive l'incidente. Molti genitori hanno mandato i loro figli a vivere con parenti o amici centinaia di chilometri di distanza; altri invece vogliono che il governo faccia evacuare l'intera popolazione di 2.000.000 di abitanti della prefettura di Fukushima. Finora, almeno, le autorità dichiarano che non è necessario: la linea ufficiale è che gli effetti dell'incidente alla centrale sono ormai agli sgoccioli e che i livelli di radiazione al di fuori della zona di inclusione denominati "punti caldi" sono sicuri. Ma molti esperti avvertono che la devastazione è solo all'inizio: il Professor Tim Mousseau, uno scienziato biologico che ha trascorso più di un decennio la ricerca l'impatto genetico delle radiazioni attorno a Chernobyl, afferma che molte persone in Fukushima stanno "mettendo la testa nella sabbia. La verità è che non abbiamo dati sufficienti per fornire informazioni accurate sul lungo termine, quello che possiamo dire, però, è che ci sono molte probabilità che l’impatto a lungo termine sulla salute sia molto significativo a causa dell'esposizione prolungata".
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