Gli scienziati hanno capito che il campo magnetico terrestre ha capovolto la sua polarità molte volte nel corso dei millenni. In altre parole, circa 800.000 anni fa, l’ago della bussola avrebbe puntato l’attuale Sud. Questo perché una bussola magnetica è lo strumento che mediante un ago magnetico punta il punto di convergenza delle linee di forza magnetica. Molte teorie cospirative del giorno del giudizio hanno cercato di prendere questo evento geologico naturale e hanno suggerito che potrebbe portare alla distruzione della Terra. Ma ci sarebbero effetti drammatici se ciò accadesse? La risposta, dai record geologici e fossili del nostro passato composto da centinaia di inversioni di polarità magnetica, sembra essere NO. Le inversioni dei poli sono la regola, non l’eccezione. La Terra ha subìto negli ultimi 20 milioni anni, una inversione del polo ogni circa 200.000-300.000 anni, anche se l’ultima non accade da oltre il doppio del tempo. Una inversione avviene nel corso di centinaia o migliaia di anni, e non è esattamente un evento catastrofico istantaneo. Gli scienziati stimano che le inversioni possano essere avvenute almeno centinaia di volte negli ultimi tre miliardi di anni. Campioni di sedimenti prelevati da fondali oceanici possono dire agli scienziati quando si è spostata la polarità magnetica, fornendo un collegamento diretto tra l’attività del campo magnetico e le testimonianze fossili. Il campo magnetico terrestre determina la magnetizzazione della lava, come è possibile stabilire sul fondo del mare su entrambi i lati della dorsale Medio Atlantica, dove le placche continentali Nord-Americane ed europee si stanno diffondendo a parte. Non appena la lava si solidifica, si crea un campione circa l’orientamento del passato. L’ultima volta che i poli della Terra hanno subìto un capovolgimento in una inversione importante risale a circa 780.000 anni fa, in quella che gli scienziati chiamano linversione di Brunhes-Matuyama. I reperti fossili non mostrano cambiamenti drastici nella vita vegetale o animale. Carote di sedimenti prelevati sui fondali oceanici non indicano cambiamenti nell’attività glaciale, in base alla quantità degli isotopi dell’ossigeno nelle carote. Questa è anche la prova che un’inversione di polarità non inciderebbe sull’asse di rotazione della Terra, che avrebbe invece un effetto significativo sul clima e sulle glaciazioni e qualsiasi cambiamento sarebbe evidente nei dati passati. La polarità della Terra non è una costante. A differenza di una barra magnetica classica, oppure dei magneti decorativi sui nostri frigoriferi, la materia che disciplina il campo magnetico della Terra si muove intorno. I geofisici sono abbastanza sicuri che la ragione per cui la Terra ha un campo magnetico è data dal fatto che il suo nucleo solido di ferro è circondato da un oceano di metallo liquido caldo. Questo processo può anche essere modellato con i supercomputer. Il nostro è, senza iperboli, un pianeta dinamico. Il flusso di ferro liquido nel nucleo della Terra crea correnti elettriche, che a sua volta crea il campo magnetico.
Così, mentre le parti del nucleo esterno della Terra sono troppo profonde per effettuare misurazioni dirette, possiamo però dedurre il movimento nel nucleo osservando i cambiamenti nel campo magnetico. Il polo nord magnetico si è insinuato a nord dal XIX secolo, quando i primi esploratori tracciarono le prime rilevazioni esatte. Ora si muove più velocemente rispetto al passato. Gli scienziati stimano che il polo stia migrando verso Nord a circa 64 Km/h l’anno, in contrapposizione ai circa 16 Km/h per anno del XX secolo. Un’altra ipotesi catastrofista riguardante la fine del mondo, ed in questi periodi citata all’ormai famigerato 21 Dicembre 2012, prevede che l’inversione dei poli magnetici possano momentaneamente lasciare la Terra priva del suo campo magnetico, permettendo all’attività solare, ed in primis ai brillamenti e alle espulsioni di massa coronale, di colpirci senza difesa. Ma, nonostante il campo magnetico terrestre possa indebolirsi o rafforzarsi nel tempo, non vi è mai stata alcuna indicazione che indichi che sia scomparso del tutto. Un campo magnetico indebolito, porterebbe certamente ad un piccolo aumento della radiazione solare proveniente sulla Terra, così come provocherebbe un’esposizione maggiore alle aurore polari, che sarebbero quindi visibili anche a latitudini più basse. Ma nulla di tutto questo risulterebbe mortale per l’umanità. Inoltre, anche con un campo magnetico debole, la spessa atmosfera terrestre offrirebbe comunque una protezione contro le particelle in arrivo dal sole. La scienza dimostra che l’inversione dei poli magnetici è – in termini di tempi geologici – un fenomeno comune che avviene gradualmente nel corso dei millenni. Mentre le condizioni che causano le inversioni di polarità non sono del tutto prevedibili (il movimento del polo nord potrebbe finemente cambiare direzione), non c’è nulla nei milioni di anni di rilevazioni geologiche che suggerisca che uno degli scenari apocalittici del 2012 collegato alle inversioni dei poli, debba essere preso sul serio. Una inversione potrebbe invece rappresentare un buon affare per i produttori di bussole magnetiche. Ed è l’unica verità di queste teorie.
Renato Sansone
http://www.meteoweb.eu
Commento di Oliviero Mannucci: E chi lo dice che non bisogna preoccuparsi, Bossi ad esempio è preoccupatissimo. In caso di inversione dei poli magnetici il nord diventa sud e il sud diventa nord. Terroni e polentoni quindi si scambieranno di ruolo. Chissà che impressione farà ai leghisti sentirsi chiamare "terroni" dai siciliani o da altri ex-sudisti. L'America del Nord invece diventerà del Sud, e viceversa. Insomma un bel casino, bisognerà rifare tutti gli atlanti geografici.
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