A partire dal ’76, però, si cominciò a parlare di teoria del complotto sull'allunaggio dell'Apollo (Moon Hoax in inglese). Secondo questa teoria, le missioni del programma Apollo non avrebbero mai portato l'uomo a toccare il suolo selenico e gli allunaggi sarebbero stati messi in scena in uno studio televisivo. La NASA avrebbe falsificato le prove degli allunaggi nell’ambito di una cospirazione organizzata assieme al governo degli Stati Uniti, riuscendo a convincere tutto il mondo scientifico, tecnico e giornalistico, nonché la rivale Unione Sovietica.
La teoria del complotto ha avuto, negli anni, i suoi sostenitori nonostante l’enorme quantità di elementi che l’abbiano sempre confutata. A questi si aggiungono le recenti immagini pervenute dal “Lunar Recoinassance Orbiter” che immortalano le tracce delle missioni Apollo 12, 14 e 17.
Il LRO, orbiter lanciato nel giugno del 2009 i cui obiettivi primari sono quelli di esaminare le risorse lunari e identificare possibili siti di atterraggio per le prossime missioni umane di esplorazione, lo scorso 10 agosto è stato fatto scendere a circa 25 Km dalla superficie lunare, distanza dalla quale ha potuto scandagliare il suolo del nostro satellite e fotografare i siti dove si sono svolti il secondo (novembre 1969), il terzo (febbraio 1971) e il sesto (e utlimo) allunaggio umano (dicembre 1972).
Grazie alla ridotta distanza, all’angolo d’incidenza della luce del Sole all’assenza di agenti atmosferici sulla Luna, le immagini mostrano in modo nitido le impronte lasciate dagli astronauti, i punti dove hanno estratto i vari campioni e le varie strumentazioni come i moduli di discesa, ancora posizionati dov’erano stati fatti allunare, il “Lunar roving vehicle”, una sorta di jeep con la quale si sono mossi gli astronauti dell’ultima missione, ecc.
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