Un elenco di motivi secondo i quali il rischio geopolitico di un attacco militare all’Iran da parte dell’asse Israele-USA è in forte aumento. Paura della terza guerra mondiale che aumenta…
Purtroppo questo post non avrei mai voluto scriverlo, perché parlare di queste cose non è mai bello. Però mi sa che sia giunta l’ora di mettere le carte in tavola.
Con la consulenza del sempre ottimo Lampo, ho messo giù due righe per mettere in guardia i lettori da una vicenda che purtroppo inizia a diventare poco ipotetica e sempre più reale.
Si parla di Iran, si parla di armi, si parla di guerra.
Già alcuni giorni fa ho scritto un post intitolato World War III: risiko in movimento dove ho iniziato a parlare in modo concreto del rischio Geopolitico.
Da una parte gli USA, con Israele e Gran Bretagna, e dall’altra l’Iran con l’appoggio di Russia e Cina.
Una bella partita che a risiko può anche regalare emozioni ma dal punto di vista bellico non promette nulla di buono.
Ma andiamo al punto. Perché ho scritto ora questo post?
Semplicemente perché la battaglia diplomatica ormai ha raggiunto il suo epilogo ed il rischio che si passi dalle parole ai fatti sta diventando ahimè seria realtà.
Tanto per cominciare un segnale molto negativo.
Aviano: movimenti anomali
Alcuni amici lettori molto fidati, che vivono nella zona di Aviano mi hanno riferito di movimenti molto anomali nei pressi della nota base militare Nato (US Air Force). In passato certi movimenti sono sempre stati propedeutici ad attacchi militari di una certa portata: Balcani e Irak, tanto per fare due nomi.
Che sia un’esercitazione? Tutto può essere. Ma nel cuore della notte, con la pioggia ed il forte vento, e con il movimento di diverse unità, tutto fa pensare ad uno spostamento di aereomobili massiccio, verso territori più “vicini” ad aree fortemente a rischio geopolitico.
A queste news molto caserecce ma non per questo meno efficaci, vanno ad aggiungersi i rumors che il noto sito USA (lo ricordo, eccellente blog ma NON indipendente) ZeroHedge dove anche in Medio Oriente ci sono spostamenti strani.
Lasciando da parte i catastrofisti di ZH, e tornando a cercare qualcosa di livello più realistico, ecco che l’amico Lampo si imbatte in un articolo di Taiwan News, dove si parla dell’aereo spia che gli iraniani avrebbero catturato nei giorni scorsi. Articolo che ho è stato ripreso e visionato dal sottoscritto sul sito FocusMO, specializzato sul Medio Oriente.
Gli esperti iraniani sono nelle fasi finali per recuperare i dati del drone di sorveglianza statunitense catturato dalle forze armate del paese, lo stato ha riferito quest’oggi. Teheran ha ostentato la cattura del drone, sottolinando come sia una vittoria per l’Iran e una sconfitta per gli Stati Uniti in una complicato battaglia tecnologica. Il deputato Parviz Sorouri ha detto che le informazioni estratte verranno utilizzate per presentare una querela contro gli Stati Uniti per l’”invasione” da parte del velivolo.
Sorouri anche affermato che l’Iran ha la capacità di riprodurre questo oggetto attraverso il reverse engineering. Giovedì scorso una televisione ha trasmesso un video che mostrava ufficiali militari iraniani ispezionare il drone RQ-170 Sentinel. I media di stato iraniani hanno detto che l’aereo spia senza pilota è stato individuato al confine con l’Afghanistan. I funzionari degli Stati Uniti hanno riconosciuto la perdita del drone. I funzionari americani hanno detto che le valutazioni dell’intelligence degli Stati Uniti indicano che l’Iran non ha attaccato il drone, né ha usato cybertecnologia per portarlo giù dal cielo. Essi sostengono che il drone ha presentato un malfunzionamento. I funzionari degli Stanti Uniti sono anche preoccupati che gli avversari possano essere in grado di incidere nel database del drone, anche se non è chiaro se i dati potranno essere recuperati. (Focus MO)
L’ennesimo passo di una partita a scacchi che vede ora l’Iran addirittura in posizione di vantaggio e gli USA, feriti nell’orgoglio e nella tecnologia. In realtà i droni RQ 710 (o meglio, i drones) potrebbero diventare la vera chiave di questa nuova guerra. Lo ricordo, i droni sono velivoli senza pilota, veri gioielli tecnologici telecomandati che possono eludere i radar. Un gioiello talmente importante che non è stato distrutto appena catturato solo perché sarebbe stata GUERRA TOTALE in quanto occorreva aggredire gli avversari direttamente sul proprio territorio. E questo era l’inizio della fine. E secondo alcune fonti giornalistiche, è possibile che un attacco militare possa essere effettuato proprio coi droni.
Ormai su internet si moltiplicano i siti dove si ipotizza a breve un attacco militare all’Iran. Sia da siti israleliani ma anche sull’agenzia Reuters sponda Barclays. E come dice giustamente Lampo, quando le banche se ne escono con queste analisi, vuol dire che forse forse…
(Reuters) – The chance of a military strike on Iran has roughly tripled in the past year, the senior geopolitical risk analyst at Barclays Capital said on Thursday.
New York-based analyst Helina Croft, writing in a note titled ‘Blowback: Assessing the fallout from the Iranian sanctions’, said even increased sanctions without an all-out military strike was increasing the risk of a spike in oil prices.
E una cosa è certa, Israele non si tira indietro…
JERUSALEM (Reuters) - If Washington is perplexed by Israeli “opacity” on whether it might attack Iran, that is no accident, since Israel’s leaders are themselves torn – but also content to let fears of bluff and double-bluff play to their advantage.
Aware of daunting military difficulties and potential for diplomatic and domestic backlash should they try to hit Iran’s nuclear programme, Israelis have been giving out mixed verbal signals that they hope may both encourage their U.S. ally to up the pressure on Tehran, and unnerve their Iranian enemies.
While a senior U.S. security official has told Reuters that Washington has a “sense of opacity” on what might prompt Israel to strike, few experts doubt Israel’s well-funded forces could dent an Iranian atomic development programme in which it sees the makings of a mortal threat to its existence.
However, many in Israel and abroad question whether its leaders would take the risk of plunging an already volatile region into war without the full support of its U.S. ally.
Yet Prime Minister Benjamin Netanyahu may think it is a risk worth taking. Ever a big-picture thinker, the U.S.-educated premier gave a speech this week commending Israel’s founding premier David Ben-Gurion for making fateful decisions at a “heavy price,” despite protests heard at home and abroad.
Netanyahu pronto al conflitto e…gli USA in appoggio sicuro. E, tanto per non pensar male, perché non proprio prima delle Elezioni USA? Lampo concorda con me, sarebbe una campagna mediatica eccezionale per il debole (a livello di consenso) Presidente uscente Obama.
IAEA: rischi concreti nucleari e mancanza di collaborazione dell’Iran
E per chiudere, quella che Lampo definisce la “bomba”. E’ il rapporto dell’IAEA. CLICCATE qui e leggete.
In massima sintesi posso solo dirvi una cosa. E’ assolutamente evidente che l’Iran non ha nessuna intenzione di collaborare. Il che segna la strada.
La chiave del report? E’ il Punto G dello stesso, che per una volta non è né misterioso né piacevole. E’ l’atto di accusa all’Iran dove si certifica che Teheran ha fatto, fa e continua a proseguire col suo programma nucleare.
Quindi, che sia una questione di tempo, è palese. Ma visti gli utlimi chiari di luna, temo di poter dire che il tempo si sta drammaticamente avvicinando.
Mi fermo qui perché non voglio passare né da guerrafondaio né da terrorista psicologico. Sia il sottoscritto che Lampo, con cui ho condiviso opinioni e piccole ricerche, effettuate grazie al suo impagabile contributo di “ricercatore di notizie”, vogliono portare agli amici lettori la realtà delle cose più alcuni pareri personali.
Mai, mai, mai come stavolta saremmo felicissimi di avere proprio sbagliato tutto in questo approfondimento.
Ma se sono arrivato a scrivere fino a questo punto, forse qualcosa inizia a preoccuparmi seriamente.
Fonte: http://intermarketandmore.finanza.com
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