Scienziati australiani: ci possono essere condizioni anche migliori che sulla Terra. Ma difficili da trovare
Marte (da Nasa) MILANO –Al di là di ogni ipotesi fantasiosa sull’esistenza dei marziani, è ipotizzabile che esista una zona di questo pianeta abitabile secondo i criteri della vita terrestre? I
ricercatori della Australian National University sostengono di sì. E arrivano addirittura a sostenere che Marte sarebbe persino più adatto ad accogliere la vita della Terra, per lo meno sotto la sua superficie. Eriita Jones, autrice della ricerca insieme a Charles Lineweaver, nello studio
pubblicato su Journal Astrobiology ha cercato di studiare quale siano le condizioni ideali affinché l’acqua possa essere considerata come favorevole allo sviluppo della vita. E per individuare l’acqua «abitabile» Jones e il collega Lineweaver hanno disegnato un diagramma che mostra le condizioni ideali di temperatura e pressione.
NEL SOTTOSUOLO - «Quello che abbiamo cercato di fare - ha spiegato Lineweaver – è stato semplicemente raccogliere tutti i dati possibili, metterli insieme e valutare se fosse una fotografia compatibile con la possibilità che esista vita su Marte. E la risposta è sì: esistono intere regioni di Marte che potrebbero essere abitate, secondo gli standard terrestri, da microbi simili a quelli che vivono sul nostro pianeta». Lo studio australiano sottolinea che la bassa pressione presente sulla superficie di Marte (unitamente a una temperatura media di meno 63 gradi) non consentirebbe la presenza di acqua liquida, ma scendendo nel sottosuolo è probabile che vi siano condizioni più favorevoli alla vita di microbi e batteri. Insomma, l’unico modo per accertare la presenza di acqua sul pianeta rosso è scavare ma, come ricordano i due studiosi australiani, non servirà a molto l’operato dell’ultimo rover (Curiosity) lanciato dalla Nasa, che atterrerà su Marte nell’agosto del prossimo anno. L’esploratore dell’ente spaziale americano ha una capacità di scavo che si limita a 10-20 centimetri sotto la superficie. Curiosity scenderà sul pianeta in prossimità del Gale Crater, all’altezza dell'equatore marziano, luogo scelto a causa della presenza di una montagna di sedimenti alta cinquemila metri che, si spera, fornirà indizi sul passato dell'umidità, e quindi dell'acqua, su Marte. »Ma questi sedimenti sono stati esposti per lungo tempo – puntualizza ancora Lineweaver - e pertanto sono probabilmente privi di composti volatili e non sono certamente più caldi come erano».
Emanuela Di Pasqua
Fonte: http://www.corriere.it
Commento di Oliviero Mannucci: Chi segue questo blog sa quante volte ho detto che su Marte, nel sottosuolo esistono forme di vita più complesse dei microbi. Lo dico da anni, la notizia mi arriva da una fonte sicura che non posso rivelare. Ecco che qualcosa inizia a trapelare, la NASA sa da tempo che su Marte c'è vita ma sta facendo orecchio da mercante, ma come dico sempre io la verità ha una forza tale che prima o poi viene alla luce per quanto la si voglia nascondere! L'acqua liquida su Marte in superficie c'è solo quando d'estate all'equatore, dove le temperature possono oltrepassare anche i +20°C , quando sorge il Sole il pianeta inizia a riscaldarsi, quando la temperatura sale sopra i 0°C il ghiaccio d'acqua ( brina) presente sulla sua superficie e subito sotto la superficie si scioglie e rimane liquida sino al raggiungimento dei +10° C , dopo di che a causa della bassa pressione dell'atmosfera, l'acqua evapora. Sotto lo zero invece, può capitare che alcune pozze d'acqua rimangano liquide a causa della forte concentrazione di sale contenuta. Queste cose le dico da anni, finalmente se ne comincia a parlare a livello ufficiale, era ora!!!!! Nel sottosuolo, da una certa profondità in poi la temperatura è più elevata l'acqua è perennemente allo stato liquido ed è anche calda. Al riparo dalle micidiali radiazioni provvenienti dallo spazio, in essa proliferano alcune forme di vita che producono anche il famoso metano individuato già da un pò di tempo su Marte, ma questo avviene solo in alcune zone ben precise di Marte. Chi vivrà vedrà! Pensate che alla NASA sanno questa cosa già dal 1976 e non dicono niente a nessuno.
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