I ricercatori del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA, iniziano ad ipotizzare una missione che potrebbe divenire realtà nel 2020. Lo scopo sarebbe quello di indagare se Europa, grande satellite di Giove che possiede probabilmente un vasto oceano di acqua liquida sotto la crosta superficiale ghiacciata, abbia mai potuto ospitare la vita. La missione sarebbe molto simile a quella di Curiosity che si sta dirigendo verso Marte. La missione comprenderebbe due rover gemelli, in modo da limitare i rischi insiti in un atterraggio sulla superficie sconosciuta di Europa. Ogni robot utilizzerebbe uno spettrometro di massa, dei sismometri e più videocamere per studiare il sito di atterraggio. Lo spettrometro di massa sarebbe in grado di rilevare diverse sostanze chimiche organiche eventuali nel ghiaccio di Europa, mentre le telecamere e i sismometri sarebbero in grado di raccogliere dati sulla geologia della luna. La NASA sta anche considerando una missione diversa che consisterebbe nel studiare l’orbita del satellite. La missione Jupiter Europa Orbiter sarebbe lanciata nel 2020 e secondo i funzionari, costerebbe circa 4,7 miliardi di dollari. Il punto più profondo dei nostri oceani è come sappiamo la Fossa delle Marianne, nel cui punto più basso raggiunge 10,9 Km. L’oceano di Europa invece, arriverebbe a misurare circa 99 Km. Anche se Europa è coperto da una spessa crosta di ghiaccio, le misurazioni effettuate dalla sonda Galileo della NASA e non solo, suggeriscono fortemente la presenza di un oceano liquido sotto la superficie. L’interno è riscaldato dalle tensioni di marea esercitate su Europa da Giove e da molti altri suoi satelliti, così come dalla radioattività. Molti scienziati credono che i mari siano bloccati sotto decine di chilometri di ghiaccio. Europa quindi, non solo potrebbe aver sostenuto la vita, ma potrebbe anche favorirla dice una ricerca di Richard Greenberg della University of Arizona, un professore di scienze planetarie e membro del Team Imaging della Galileo. Europa, di dimensioni simili alla nostra Luna, è stato ripreso dalla navicella Galileo. La sua superficie è composta da una crosta ghiacciata di acqua, che un tempo si pensava potesse essere spessa decine di chilometri, nascondendo gli oceani alla vista. La combinazione con i processi di marea, con le acque calde di superficie e con l’esposizione periodica possono essere sufficienti non solo per garantire la vita, ma anche per favorire l’evoluzione. Giove è il gigante del sistema solare, il pianeta più grande. Le sue interazioni gravitazionali potrebbero creare su Europa abbastanza calore da mantenere l’acqua allo stato liquido. Per lo sviluppo della vita sono indispensabili anche le maree, che su Europa raggiungono addirittura una variazione di 500 metri. Persino la forma del satellite si distende lungo l’equatore a causa dell’interazione del gigante. La miscelazione di sostanze necessarie per sostenere la vita è anche guidata dalle maree, ed è necessario avere un ambiente stabile. Europa, la cui orbita attorno a Giove è sincrona con la sua rotazione, è in grado di mantenere la stessa faccia verso il gigante gassoso per migliaia di anni. “La vera chiave per la vita su Europa,” Greenburg aggiunge, “è la permeabilità della crosta di ghiaccio”. C’è una forte evidenza che l’oceano sotto il ghiaccio è collegato alla superficie attraverso fessure di fusione, in vari tempi e luoghi. Come conseguenza vi è l’accesso agli ossidanti, composti organici, e la luce per la fotosintesi. L’impostazione fisica fornisce una varietà di nicchie potenzialmente abitabili e in continua evoluzione. Se c’è vita lì, non sarebbe necessariamente limitata ai microrganismi. Il calore di marea, creato dall’attrito interno, potrebbe essere sufficiente a sciogliere il ghiaccio, insieme a vulcani sottomarini – una combinazione di fattori che fornirebbe organismi in un ambiente stabile, creando esattamente le condizioni per l’eventuale evoluzione.
Renato Sansone
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