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Saturday, September 10, 2011

C'è ma non si vede: è un nuovo pianeta extrasolare

Il metodo di rivelazione indiretto fu già utilizzato per scoprire Nettuno, ma è la prima volta che viene applicato a un pianeta al di fuori del sistema solare

Cinque minuti di ritardo possono significare perdere il treno per una persona comune. Ma quando invece è un pianeta a ritardare nel suo moto regolare, gli astronomi sanno che ciò indica un altro pianeta è nei dintorni.

È quello che è stato osservato ora grazie alla sonda Kepler della NASA, che ha evidenziato un pianeta che alternativamente precede o ritarda per effetto della presenza di un secondo pianeta invisibile: è questo il primo caso di una rivelazione indiretta dell'esistenza di un pianeta utilizzando questo metodo.

“Questo pianeta invisibile rivela al sua presenza per l'influenza gravitazionale che esercita sul pianeta che si può vedere”, ha commentato l'astronomo Sarah Ballard dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA), che ha coordinato lo studio, accettato per la pubblicazione sull'Astrophysical Journal.

Sia il pianeta visibile sia quello invisibile orbitano intorno alla stella Kepler-19, posizionata a 650 anni luce dalla Terra, nella costellazione della Lira. Kepler rileva i pianeti osservando una stella la cui luce scema leggermente, il che indica il passaggio di una massa che incrocia la nostra linea di vista. I transiti forniscono un'informazione cruciale: le dimensioni del pianeta. Quanto più cala la luce della stella, tanto più grande è il pianeta rispetto alla stella. Tuttavia per questo tipo di valutazioni il pianeta e la stella devono essere allineati esattamente con il nostro punto di vista.

Il primo pianeta, Kepler-19b, transita di fronte alla stella ogni 9 giorni e 7 ore. Se fosse l’unico pianeta, i transiti avverrebbero a intervalli regolari; per contro si verificano o con cinque minuti in anticipo o con cinque minuti di ritardo. Proprio queste variazioni dimostrano la presenza di un'altra interazione gravitazionale che agisce sul pianeta, accelerandone o rallentandone il moto.

Le osservazioni hanno permesso di stimare anche altri parametri: Kepler-19b ha un diametro di circa 29.000 chilometri, ovvero più che doppio rispetto a quello terrestre e il raggio della sua orbita è di 13,5 milioni di chilometri. La sua massa e la sua composizione rimangono sconosciute, anche se si stima che la sua temperatura raggiunga i 482 gradi Celsius.

Il pianeta potrebbe essere assimilato a un “mini-Nettuno”: la scoperta di Kepler-19b ricorda infatti quella di Nettuno, avvenuta nel 1846: gli astronomi che seguivano Urano hanno notato che l’orbita osservata non si accordava con le previsioni. L’ipotesi di un pianeta più lontano fu presto confermata dalle osservazioni. (fc)

Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it

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